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Enrico Letta copia il Duce? Il bus elettrico come... ecco la foto

di Egidio Bandini mercoledì 21 settembre 2022

2' di lettura

Chissà cosa direbbe Enrico Letta, fautore dell'ecologia più spinta, se qualcuno gli ricordasse che l'antesignano dei veicoli a emissioni zero non è il suo pullmino elettrico (quando va...): a spulciare i giornali di Parma negli anni '30 si scopre che i veicoli elettrici di pubblica utilità erano il vanto del regime fascista. Parola di quel già allora impavido umorista, che risponde al nome di Giovannino Guareschi, allora giovane cronista innamorato della sua città. Eccolo allora affrontare il tema della motorizzazione alternativa ed ecologica: «Tutto va rapidamente motorizzandosi: la lunga e scalpitante schiera dei brum è ridotta ai minimi termini, sgominata dagli HP dei tassì: l'"elettrico" trionfa e accompagna in ogni istante di vita la gente e conduce i morti all'ultima dimora. L'ultimo ricordo del vecchio tempo, il carro funebre, tetro con tutti i suoi ori, coi suoi cavallucci patiti e ingualdrappati e con la sua lunga coda di gente vestita per l'occasione di nero e di mestizia, è scomparso. I morti vanno alla Villetta (il cimitero monumentale di Parma ndr) sui lucenti, silenziosissimi carri mossi dagli accumulatori nei quali c'è posto per due o tre persone, oltre all'autista (nella foto un carro funebre elettrico). Lo spazio è più che sufficiente: il dolore è sempre dei pochi, non è mai delle folle. [...] ».

Dunque carri funebri ad emissioni zero, ma non basta, perché un altro dei "temi caldi" odierni era già al centro delle cronache guareschiane, ottanta e rotti anni fa: «In questo giorno il cronista nota, oltre alle immancabili "cuffie", un avvenimento di notevole portata: inizia il nuovo sistema di raccolta delle immondizie. Per ora la cosa si limiterà solo alla spazzatura del suolo stradale che avverrà con mezzi meccanici, ma entro e non più tardi al febbraio prossimo l'impianto sarà in completa efficienza. Perciò fra breve l'elegante bidone di cui tanto è viva l'attesa, sarà dote e ornamento d'ogni casa della città: il lucente, metallico bidone a chiusura più che ermetica, disinfettabile, disinfettato, asettico e antisettico scrigno che stringerà in ferreo amplesso la buccia di patata e la scorza di limone...». E contemporaneamente c'è anche l'addio a una figura storica: lo spazzino, costretto a cedere il posto al carrello elettrico che trasporta i bidoni dell'immondizia.

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