Su la testa

Vittorio Feltri: i medici italiani i migliori nella cura dei tumori

Vittorio Feltri

L’attività più praticata dagli italiani è l’autodenigrazione. Siamo specialisti nel parlare male di noi stessi e soprattutto del nostro governo, giudicato ladro anche se soltanto piove. Negli ultimi tempi in particolare consideriamo i servizi sociali come autentiche schifezze, non idonee a garantire al popolo i servizi necessari per vivere decentemente. In questi giorni si polemizza in modo assai acceso perché l’esecutivo ha impresso una frenata ai super bonus per l’edilizia, senza considerare che ciò è stato imposto da un motivo drammaticamente semplice: le casse pubbliche sono vuote, non ci sono più soldi da sperperare neanche per garantire ai nullafacenti il cosiddetto reddito di cittadinanza.

 

 

 

Non solo: c’è chi si lamenta della sanità e la paragoniamo a quella del Congo. Tutte balle. Proprio ieri è stata pubblicata una statistica, da cui risulta che nella nostra penisola denigrata gli ammalati di cancro, la malattia del secolo, dopo essere stati diagnosticati, il 63 per cento di essi sopravvive alla grande grazie alle cure avanzate praticate negli ospedali. In sostanza, nei medicamenti del tumore questo vituperato Paese è quello più all’avanguardia d’Europa, che guarisce solo il 57 dei degenti: la patria nostra è la più avanzata nel fornire terapie efficaci grazie allo sviluppo della ricerca. Non mi sembra un dato da sottovalutare. Né tantomeno si può affermare che il sistema sanitario che usiamo sia per qualità inferiore a quello delle nazioni che noi, stolti, consideriamo più capaci in campo scientifico. È l’esatto contrario: i medici connazionali, per quanto mal pagati e spesso addirittura aggrediti da pazienti senza giudizio, sono tra i più preparati ed efficienti del mondo.

 

 

 

Ciò detto, vi sono sempre margini di miglioramento in ogni campo, incluso quello della medicina, ma questo non ci deve impedire di lodare e di incitare i dottori a non mollare la presa. Sappiamo che guadagnate poco rispetto alle loro conclamate capacità, e ci impegniamo per quel poco che possiamo a premere sulle autorità (si fa per dire) affinché provvedano a retribuirvi in modo adeguato alle vostre conclamate capacità. Intanto vi ringraziamo per le terapie che siete in grado di somministrarci quando stiamo male da morire. Sappiamo che l’Italia anche nel vostro delicato settore non è omogenea, peccato che molti di voi sono costretti ad abbandonare il meridione per lavorare correttamente. La cosa dispiace, ma dispiace ancora di più che i politici che amministrano il Sud non siano alla vostra altezza.