Una Natale lontani da casa quello che trascorreranno i bimbi della famiglia nel bosco. Già lunedì sera Nathan sapeva tutto. I suoi avvocati hanno informato lui e poi sua moglie Catherine (al telefono) della decisione del tribunale per i minorenni. Nathan è rimasto di sasso. "Andiamo avanti", si è limitato a dire amareggiato. Poi - racconta Il Corriere della Sera - se n’è tornato a Palmoli. Nella casa in comodato d’uso. Ad aspettarlo c’era il proprietario, Armando Carusi. "Ci siamo accorti subito che era diverso dal solito. Aveva il volto scuro, non ci ha detto nulla ma abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava — racconta l’ex ristoratore —. Abbiamo provato a chiedergli, ma ci ha risposto no comment. Con noi si è sempre aperto un po’, ma lunedì no".
Mamma Catherine, invece, a differenza del marito si è lasciata andare a un lungo sfogo. Ha pianto. "Sono criminali quelli che vogliono portarci via i bambini - diceva a chi le stava attorno -. Non abbiamo fatto niente di male". D'altronde la situazione si fa sempre più complicata. Lei stessa viene messa sotto accusa dal tribunale per i minorenni per la sua intransigenza, per il suo carattere così ostinato nel rivendicare le scelte di vita. E ora la revoca della potestà genitoriale non è un'ipotesi poi così lontana.
Catherine avrebbe anche confessato di stare pensando seriamente con Nathan di tornare in Australia con i tre figli. "Siamo un po’ disorientati in questo momento — ammette il sindaco —. Ce l’abbiamo messa tutta per dare una mano a questa famiglia, ma ora la questione si sposta nel campo medico e lì il Comune non ha alcuna competenza". Insomma, la famiglia ora è sola. Nathan potrà restare a Natale con i figli e la moglie dalle 10 alle 12,30 salvo prolungamenti autorizzati dal Tribunale. Un permesso speciale, ma nulla di più.