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Strage sul lago Maggiore, l'ultima pista: "Fermare il traffico d'armi dell'Iran"

venerdì 16 giugno 2023

2' di lettura

È ancora avvolto dai misteri il naufragio della barca Gooduria con a bordo una ventina di agenti segreti italiani e israeliani. L'incidente, avvenuto domenica 28 maggio sul Lago Maggiore, sembra condurre a Teheran. Stando infatti ad alcuni media israeliani la gita degli agenti dell'Aise, intelligence israeliana e Mossad, con lo skipper Claudio Carminati, sarebbe stata preceduta da una missione. Lo scopo? Fermare l'attività di agenti dell'Iran nella regione, con ogni probabilità legata al traffico d'armi e al nucleare. "L'evento sulla barca non era un’operazione in sé ma ne faceva parte", ha detto Ronen Bergman, analista israeliano nonché esperto di Intelligence.

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Raggiunto dal Foglio Bergman è convinto che gli agenti del Mossad "non erano arrivati in Italia solo per fare una crociera di un giorno sul Lago Maggiore. Erano lì perché parte di un’operazione in corso tra i servizi di intelligence italiani e israeliani". Ma nulla c'entra il lago Maggiore. "Direi - ha spiegato - che è più probabile il contrario. Cioè che stessero facendo qualcosa da qualche altra parte o riguardo a qualcos’altro. E che abbiano trascorso un paio di giorni a fare qualcosa che non so, ma che non era relativo all’operazione, quando la giornata che hanno trascorso in crociera è finita in tragedia".

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In ogni caso l'accaduto conferma ancora una volta la collaborazione tra i servizi italiani e quelli israeliani sulla guerra al terrorismo e la raccolta di informazioni sul progetto nucleare iraniano: "Tutti i paesi dell’Europa occidentale condividono l’interesse di assicurarsi che l’Iran non diventi nucleare. E l’Italia sta collaborando con il Mossad su interessi comuni al punto che, mi è stato detto da alcuni funzionari della Difesa israeliana, la cooperazione con l’Italia è considerata una delle più importanti in Europa. Ci sono stati casi in cui le due agenzie hanno collaborato". Da qui il sospetto: "Aziende italiane aiutarono il progetto nucleare iracheno, cioè aiutarono i francesi ad aiutare gli iracheni negli anni Settanta e Ottanta, e che Israele collaborò con i servizi italiani per ottenere maggiori informazioni sul programma nucleare. Non posso entrare nei dettagli. Ma questo potrebbe essere un modello di ciò che sta succedendo in Iran". 

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