L'ex sindaca in udienza

Papa Francesco, schiaffo a Giuseppe Conte: l'incontro con la Raggi

Francesco Capozza

Che un sindaco, ancor più se si tratta di quello che governa la capitale d’Italia, sia ricevuto in udienza ufficiale dal Papa non è certo una novità, né tanto meno una notizia. Se però a ottenere l’incontro con il Santo Padre è un ex, peraltro attualmente senza alcun incarico pubblico, il quadro cambia e l’interesse per il fatto si materializza. È esattamente quel che è accaduto ieri mattina, quando a salire gli scaloni affrescati che portano fin su alla terza loggia del Palazzo Apostolico è stata l’ex prima cittadina di Roma, la pasionaria grillina Virginia Raggi.

 

Cacciata dagli elettori romani dopo un solo mandato e proscritta dalle liste elettorali penta- stellate per la loro quanto mai cervellotica logica del terzo mandato la fu prima sindaca della capitale si aggira ormai ramenga alla ricerca di un po’ di visibilità per non, cadere nell’oblio (come se i romani potessero dimenticare), talvolta facendo capolino in un talk show, talaltra in qualche avvenimento pubblico per il quale un biglietto d’invito per riempire le prime file arriva sempre. Cosa sarà andata a fare Raggi da Papa Francesco? Perché chiedere un’udienza in forma ufficiale mantenendola in qualche modo riservata tanto da non aver pubblicato nemmeno una foto opportunity, un comunicato (apparire sulle agenzie di stampa per un “ex” è forse più eccitante di uno shot di vodka tracannato da un alcolista anonimo sulla via della conversione)?

 


 

GLI SPIFFERI Ci è venuta la scimmia, come si suol dire, e abbiamo fatto qualche domanda a chi spesso ci confida quel che accade oltre le sacre mura. D’altronde la nostra curiosità ha un motivo che è giusto spiegare al lettore: le udienze del Pontefice, che egli tiene quotidianamente, si dividono in ufficiali, di Stato e private. A bizzarre visite private Bergoglio ci ha in questi anni abituati, ma quando l’ufficio delle celebrazioni liturgiche inserisce nel bollettino quotidiano della Santa Sede un nominativo è perché il Papa vuole che si sappia di quell’incontro. È stato recentemente così quando ha ricevuto mons. Georg Gänswein per annunciargli l’addio forzato al Vaticano come pure quando, a processo in corso, ha accolto nel suo studio di rappresentanza l’ex cardinale Angelo Becciu. «I motivi dell’udienza concessa dal Pontefice alla signora Virginia Raggi sono sia personali che istituzionali: si ricordi che nel 2025 c’è il Giubileo», ci mormora al telefono la nostra fonte in sottana violacea, la quale termina frettolosamente la conversazione con un sibillino: «Non escludo che abbiano parlato anche di politica nazionale».

 


 

POLITICA - Volendo confidare nel fatto che a Bergoglio non sia balenata l’idea di rifilarci la Raggi nella gestione di un evento come il Giubileo, eccolo qui, allora, il punto: ricevendo Virginia Raggi il Pontefice l’ha (volontariamente?) accreditata come un’interlocutrice di cui si fida, cosa che da tempo non accade più con Giuseppe Conte, il leader grillino con cui proprio Raggi ha questioni di dissapore personale. Si vocifera da tempo che entrambe le due ex prime cittadine pentastellate, Appendino e Raggi, stiano attendendo sulla sponda del fiume di veder passare la sagoma di Conte per poi prenderne il posto, è ormai chiaro chi tra le due abbia cambiato strategia. Sarà riuscita l’ex prima cittadina capitolina a ottenere dal Papa la benedizione politica, oltre a quella Apostolica?