Il secondo autista

Strage a Mestre, "ho visto del fumo": prima dello schianto, cambia tutto

Gli inquirenti continuano a lavorare alla ricostruzione della tragedia di Mestre, dove un pullman è precipitato dal cavalcavia provocando 21 morti e 15 feriti. Non è semplice stabilire cosa sia successo, l’autista potrebbe aver avuto un malore o sbagliato una manovra, ma è presto per stabilirlo: tutte le ipotesi sono in piedi. Intanto a Pomeriggio Cinque è stata raccolta la testimonianza dell’autista dell’altro pullman, quello che era fermo al semaforo, in attesa di svoltare in direzione Marghera. 

 

 

“Ho visto il mezzo sopraggiungere alla mia destra - ha raccontato l’uomo a Myrta Merlino - dopo di che l’ho visto cadere: il pullman mi si alza davanti e va giù per la scarpata. Ho visto del fumo. Io sono rimasto nel mezzo della carreggiata, non ho nemmeno aperto le porte perché avevo persone a bordo, ho solo chiamato i soccorsi”. È infatti stato lui il primo a dare l’allarme alle 19.30. “Se fossi sceso non so se sarei riuscito a risalire - ha ammesso l’uomo - se avessi visto quella scena non avrei più avuto il coraggio di tornare al volante”. A giudicare dal tono con cui ha pronunciato queste parole, è palese che l’autista del secondo pullman sia rimasto scosso da quanto accaduto. 

 

 

Inoltre l’uomo ha affrontato il delicato argomento del collega Alberto Rizzotto, morto anche lui nello schianto. “Correva a una velocità ragionevole per quel tratto di strada - ha spiegato il testimone - è una strada che tutti noi della zona facciamo, quella era una velocità giusta per quel tratto”. L’autista non è però stato in grado dire se il collega avesse tentato di frenare prima della caduta: “Non lo so, io dalla parte mia ho visto fumo, qualcosa di simile. Secondo me lui era fermo sulla sua traiettoria, ha dato l’impressione di avere un moto costante”.