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Andrea Sempio, il "tranello" delle impronte: come lo hanno fregato

L'ulteriore test fatto al 37enne, motivato come un errore dei carabinieri che avevano eseguito il primo, in realtà sarebbe stato solo un modo per avere una conferma
mercoledì 21 maggio 2025

2' di lettura

L'impronta sulla parete delle scale dov'è stato trovato il corpo di Chiara Poggi, la 26enne uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco nel 2007, sarebbe da ricondurre al nuovo indagato Andrea Sempio, 37 anni e amico del fratello della vittima, Marco Poggi. Se nelle indagini del 2007 quell’impronta palmare "reperto numero 33", raccolta dagli specialisti del Ris, non aveva mai portato a un nome, oggi le cose sarebbero diverse. In passato la consulenza tecnico-scientifica aveva bollato quell'indizio come di "nessuna utilità". E quindi non è più stato preso in considerazione negli ultimi diciotto anni. 

A collegare quell'ìmpronta a Sempio oggi è una consulenza offerta alla Procura e firmata dall’esperto del Ris Gianpaolo Iuliano e dal dattiloscopista forense Nicola Caprioli, che avrebbe individuato "15 minuzie" sovrapponibili a quelle del 37enne. La prima corrispondenza è stata "accertata con l’unico cartellino presente in banca dati e assunta mediante scansione ottica — hanno spiegato gli esperti nella loro relazione —. Al fine di confermare la riproducibilità di tutte le minuzie riscontrate, e l’assenza di artefatti, gli scriventi ritenevano opportuno richiedere un’ulteriore acquisizione delle impronte papillari di Sempio mediante la tecnica dell’inchiostrazione". Di qui la decisione di fare un secondo prelievo delle impronte, motivato (per finta) come un errore dei carabinieri che avevano fatto il primo. In realtà, come si legge sul Corriere della Sera, sarebbe stata una strategia, un modo per avere una conferma, con altra tecnica, di un dato fondamentale per l'inchiesta.

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Il match tra l’impronta numero 33 e il palmo della mano destra di Sempio sarebbe stato mostrato sia al condannato definitivo Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, sia al fratello della vittima, Marco Poggi, entrambi sentiti ieri dagli inquirenti. A loro, poi, sarebbero stati mostrati anche dei manoscritti di Sempio sequestrati nella spazzatura. E in alcuni di questi il 37enne avrebbe parlato di cose "inimmaginabili"

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