Il presunto match tra l'impronta palmare, "reperto numero 33", trovata sulla parete delle scale che portano alla cantina di casa Poggi (dove è stato trovato il corpo senza vita della 26enne Chiara nel 2007) e il palmo della mano destra di Andrea Sempio, nuovo indagato nell'inchiesta sul delitto di Garlasco, avrebbe spiazzato Marco Poggi, amico di Sempio e fratello della vittima, che ieri è stato sentito a Mestre dagli inquirenti in qualità di testimone. Quando gli è stata mostrata la possibile corrispondenza, Poggi - si legge sul Corriere della Sera - avrebbe avuto come un sussulto. Poi, a differenza di quanto messo a verbale un mese fa, questa volta avrebbe detto che forse Andrea non frequentava solo la stanza del pc e la sala tv, ma che in passato potrebbe essere sceso anche in cantina. Ecco spiegata la presenza della sua impronta.
Nelle indagini immediatamente successive all'omicidio, i Ris trovarono altre impronte su quelle scale: erano quelle di un carabiniere, che sarebbe entrato nella villetta della famiglia Poggi senza guanti, e del fratello Marco. La presenza delle impronte di quest’ultimo, però, era legittimata dal fatto che fosse la sua abitazione. I carabinieri di Milano, comunque, sono stati gli unici in questi 18 anni a prendere le impronte a Sempio e a confrontarle con le tracce nella villetta di via Pascoli.
Di recente, inoltre, l’aggiunto Stefano Civardi e le pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza hanno scoperto che all’epoca del secondo interrogatorio di Sempio, nel 2008, quello in cui l'allora 20enne mostrò lo scontrino di un parcheggio per fornire il proprio alibi, le cose non andarono come vennero messe a verbale. Il giovane si era sentito male davanti alle domande dei carabinieri. Ed era stata chiamata un’ambulanza. I pm hanno chiesto una conferma ai soccorritori. L'intervento durò circa 40 minuti, poi Sempio si riprese. Nessuno, però, aveva riportato questo episodio nel verbale.