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Pistoia sfratta i migranti di Don Biancalani

di Massimo Sanvito sabato 7 giugno 2025

2' di lettura

L’ordinanza firmata dal sindaco, Alessandro Tomasi, non lascia spazio a dubbi: la parrocchia di Santa Maria Maggiore in Vicofaro, Pistoia, va sgomberata. No, i fedeli non c’entrano nulla, semmai è una questione di «gravi condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza». Tutta colpa dell’immigrazionismo sfrenato targato don Massimo Biancalani, il prete che ha trasformato la sua canonica in un grande centro d’accoglienza che negli anni è stato teatro di risse, spaccio e pure stupri.

Da tempo i residenti del quartiere, riuniti in un comitato, chiedono interventi urgenti per ripristinare ordine e decoro: sarà questa la volta buona? Avevano anche scritto al ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, lamentandosi del fatto che - nonostante gli accordi presi - i trasferimenti di extracomunitari da Vicofaro verso altri lidi non stavano procedendo come deciso. Nel febbraio scorso, infatti, sulla base di un servizio iniziato nell’agosto del 2024, la Questura di Pistoia aveva censito 139 persone ospiti di don Biancalani e il Viminale, per sbrogliare il sovraffollamento, aveva attivato subito 70 posti in altri centri. Solo 29 immigrati, però, avevano accettato le nuove destinazioni. Non solo: undici di questi erano pure tornati all’ovile... La Prefettura aveva pure offerto alla Diocesi la possibilità di garantire, a chi lo volesse, il rimpatrio assistito nei Paesi d’origine. Risposta: picche.

Ma c’è anche di più. Le strutture che hanno accolto i fuoriusciti da Vicofaro avevano subito evidenziato «gravi problematiche igieniche degli ospiti». Tradotto: pidocchi, pulci, piattole. Non a caso, dal 2023 a oggi sono stati registrati cinque casi di tubercolosi infettiva. E così, il Dipartimento Igiene Prevenzione, lo scorso marzo, ha inviato una lettera a vescovo, responsabile della parrocchia e sindaco per ribadire «le criticità dovute al fatto che trattasi di “comunità aperta”, costituita per lo più da persone provenienti da Paesi ad alta endemia». Il 6 maggio scorso, la Polizia Municipale di Pistoia - in una relazione dopo un sopralluogo - aveva messo nero su bianco tutte le criticità presenti nei locali della vecchia chiesa: dalle prese di corrente multiple sovrapposte tra loro alla rampa delle scale occupata da reti da letto, monopattini e biciclette, dalla muffa sui muri ai rifiuti sparsi nel sottoscala, passando per bagni docce sporchi e inagibili, bombole gpl e caldaie nel cortile esterno. Anche la Ausl Toscana Cento e i Vigili del Fuoco avevano certificato, ognuno per ciò di sua competenza, «la situazione di degrado igienico sanitario», «la carenza di condizioni di sicurezza» e «la non utilizzabilità dei locali». Ad aprile i migranti, a Vicofaro, erano diventati 176. E i problemi, ovviamente, non erano spariti. Anzi. Il sovraffollamento rischia di favorire «malattie infettive», soprattutto in vista dell’estate, si legge nell’ordinanza del sindaco. Don Biancalani, ora, non ha più scuse.

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