L'eurodeputata eletta con Avs Ilaria Salis ha tirato un sospiro di sollievo dopo che la commissione Affari giuridici del parlamento europeo ha deciso di rinviare a data da destinarsi la votazione sulla richiesta di revoca dell'immunità, prevista inizialmente per martedì 24 giugno. In Ungheria, dove è stata detenuta per oltre un anno, l'attivista è accusata di aver partecipato al pestaggio di estremisti di destra ungheresi durante una manifestazione a Budapest nel febbraio del 2023. Il processo a suo carico, però, si è fermato subito dopo l'elezione al Parlamento europeo.
Il relatore della sua pratica, lo spagnolo Vasquez Lazara del Ppe, ha fatto sapere che chiederà la revoca dell’immunità, dal momento che non ci sarebbero gli estremi per mantenerla. Il presunto reato contestato all’eurodeputata, infatti, risalirebbe a un periodo antecedente al suo mandato a Bruxelles. Di conseguenza non si ravviserebbe alcun fumus persecutionis. Questo il quadro tecnico. Poi subentra la politica, con i principali gruppi politici europei in campo.
La votazione, stando alla spiegazione ufficiale, è stata rimandata per ragioni di agenda e traduzione. Secondo quanto riportato dal Tempo, però, la verità sarebbe un'altra: il relatore avrebbe il timore di non ricevere sostegno totale dal Ppe. Inoltre, i Popolari non avrebbero ancora deciso se andare a gamba tesa contro i Socialisti. Prima si vorrebbe capire che ne sarà dell’immunità di Péter Magyar, il principale oppositore del premier ungherese Viktor Orban. L'accusa contro di lui è il presunto furto di uno smartphone. Se il Parlamento Ue votasse per togliergli l’immunità, poi lo stesso potrebbe accadere pure alla Salis.
Di qui la decisione di Vasquez Lazara di posticipare la data della votazione. Sempre secondo il Tempo, inoltre, "qualcuno del Ppe sussurra da tempo agli orecchi dei Socialisti: noi potremmo anche salvare Salis, ma voi in cambio che passi siete pronti a fare, ad esempio sul dossier migranti?". Tra i socialisti, infatti, ci sono molti eurodeputati del Pd contrari alle recenti politiche migratorie della commissione di Ursula von der Leyen ispirate dal governo Meloni. Il rinvio non sarebbe affatto piaciuto a Fratelli d’Italia e Lega. Silvia Sardone, eurodeputata e vicesegretaria del Carroccio, ha sottolineato che di solito "le decisioni sull’immunità sono molto più veloci, mentre la Salis rappresenta un’anomalia visto che se ne parla da un anno".