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Iran, imam italiani scatenati: "Teheran meglio dell'Europa"

di Massimo Sanvito domenica 22 giugno 2025

4' di lettura

Il mondo islamico è in subbuglio. C’è fermento nelle moschee, nei circoli culturali, tra le fila delle associazioni. Le comunità musulmane d’Italia non hanno digerito l’attacco sferrato da Israele all’Iran: la guerra non piace a nessuno, è chiaro, ma l’odio anti-sionista - rinfocolato da Hamas il famigerato 7 ottobre 2023 - è preponderante su tutto e si sta rinvigorendo nelle ultime ore. Le accuse di «genocidio» sul fronte Gaza, pur restando vive, stanno subendo il sorpasso della difesa a spada tratta del regime degli Ayatollah. La fu Persia in odore di atomica, dove le donne senza velo vengono picchiate, gli oppositori politici impiccati e gli omosessuali perseguiti, è un baluardo da difendere a tutti i costi dai nemici giurati, ebrei, americani ed europei. È l’anti-occidentalismo all’ennesima potenza.

Se alcuni imam, come quelli di Milano e Torino, non hanno voluto sbilanciarsi spiegando che sono «per il cessate il fuoco ovunque» e contro «la guerra in quanto guerra», altri hanno dimostrato di avere le idee fin troppo chiare. Ali Abu Shwaima, guida religiosa della moschea di Segrate (primo hinterland milanese) nonché primo segretario dell’Ucoii (l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia) nel ’90, ha candidamente spiegato a Libero che Israele è uno Stato «contrario all’ordine mondiale».

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E l’Iran? «È riconosciuto dall’Onu e se mi dite che è illiberale allora anche i Paesi europei lo sono. Per esempio la Francia, dove obbligano le ragazze a togliersi il velo per andare a scuola; in Iran è il contrario, per studiare devi mettere il velo. Mi dite cosa cambia? In Europa c’è islamofobia». L’imam, tra l’altro, era già balzato ai disonori delle cronache nel 2016, quando aveva dichiarato come fosse «più decoroso e di rispetto per una donna che non vada in bicicletta» in risposta all’organizzazione di un corso “rosa” di due ruote (non a motore, s’intende) per ragazze e signore di tutte le età e di tutti i Paesi. Non solo. Qualche giorno dopo gli attacchi terroristici di Hamas, Shwaima aveva risposto così a David Parenzo, in diretta a L’aria che tira su La7, in merito alla natura dell’organizzazione islamista: «Hamas è stata classificata da voi, dall’Italia, dall’Europa, come un’organizzazione terrorista, quindi avete tappato tutte le bocche sulla possibilità di dare queste opinioni».

Nessuna presa di distanza. Dalla Lombardia all’Umbria. I referenti del Centro culturale islamico di Terni e provincia partono da Gaza («Chiamiamo le cose col loro nome: Israele è uno stato genocida che sta massacrando un popolo inerme. Gli attacchi del 7 ottobre? Hamas ha le sue colpe ma è nata nell’87 e quest’ultima vicenda sta diventando la scusa per legittimare ciò che invece Israele fa dal 1948», spiegano) e arrivano a Teheran. La Repubblica Islamica, è un dato di fatto, rappresenta una minaccia per la stessa esistenza di Israele ma secondo la comunità ternana «le prove dell’atomica le hanno solo loro...».

E ancora: «Israele possiede cento testate nucleari: non rappresenta forse una minaccia per Gaza e l’Iran stesso? O tutti o nessuno... Chi ce lo dice che anche Israele non stia preparando l’atomica?». C’è spazio anche per attacchi diretti agli Stati Uniti e all’Italia: «Il governo italiano è il peggiore. È un satellite dell’America: troppo succube... Se Trump ordinasse di invadere la Russia o l’Iran, Meloni lo farebbe subito. Se anche l’Iran fosse un regime illiberale nessun Paese esterno ha diritto di ingerenza. Basta con l’esportazione della democrazia», chiudono dal centro islamico di Terni.

In ogni caso, la “perla” migliore ce la regala via social Hanieh Tarkian, docente e coordinatrice del master (in italiano) in Studi Islamici organizzato dall’Università internazionale al-Mustafa (Iran) e collaboratrice del quotidiano online La Luce diretto da Davide Piccardo. Proprio lui, la mente del Caim (Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza), ha prontamente ricondiviso il curioso post. Si legge così: «Nel cattivissimo Iran il 65% degli studenti universitari sono donne. L’Occidente non vede l’ora di liberarle regalandogli un magnifico futuro su Onlyfans».

Noi non ci permettiamo di decifrare il pensiero della professoressa ma ci par di capire - lontanamente, sia chiaro - che le donne occidentali, ovvero quelle non bardate dalla testa ai piedi, siano tutte delle poco di buono. Ma siamo certi di sbagliarci... Lo stesso Piccardo, che nel 2017 era stato tra i promotori della Costituente islamica organizzata nella moschea milanese di via Maderna (gestita dai turchi di Milli Gorus, associazione inseritain una blacklist del governo tedesco), sui suoi canali social ha pubblicato una foto del dittatore nordcoreano Kim Jong-Un corredandola con un eloquente «pensaci tu» non appena Israele ha cominciato a insidiare gli Ayatollah.

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