Ulteriori dettagli emergerebbero dalla nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. La Procura di Pavia sta cercando di fare luce sulla morte di Chiara Poggi, la 26enne trovata senza vita nella villetta di famiglia il 13 agosto 2007. Un omicidio per il quale è stato condannato l'ex fidanzato della vittima Alberto Stasi. Mentre ora sotto la lente degli investigatori ci è finito Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. A catturare l'attenzione degli inquirenti oggi sarebbe una macchia di sangue trovata sotto la cornetta del telefono fisso nella casa dei Poggi.
Da quel telefono non sarebbe stata effettuata alcuna chiamata il giorno del delitto. Per questo la presenza della traccia ematica solleva adesso nuovi interrogativi: chi ha sollevato, e poi riagganciato, la cornetta insanguinata? Il consulente tecnico Enrico Manieri ha tentato più volte di ricreare quella stessa macchia sotto la cornetta, ma senza riuscirci. Un esperimento, il suo, che crea ancora più dubbi.
“Una goccia di sangue non può raggiungere quel punto senza che qualcuno abbia sollevato il ricevitore”, ha spiegato Manieri in un’intervista rilasciata al programma Chi l’ha visto?. Secondo l’esperto, la configurazione delle impronte e la posizione della macchia suggerirebbero la presenza di almeno due persone nella stanza al momento del delitto. Quando i carabinieri entrarono nella villetta di Garlasco subito dopo il delitto, la cornetta sarebbe stata al suo posto. L'impronta insanguinata, invece, non sarebbe stata presa in considerazione nel 2007 perché priva del numero minimo di minuzie che serve per identificare una persona.