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FdI "erede del fascismo", Valditara sbugiarda Laterza

di Michele Zaccardi domenica 29 giugno 2025

3' di lettura

Per Alessandro Laterza «è una questione di democrazia». Perché la richiesta inoltrata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara all’associazione degli editori di verficare alcuni passagi di un libro di storia adottato dal 2022 nelle scuole superiori è «l’anticamera della censura». Il punto, per il patron dell’omonima casa editrice, è insomma che il governo non deve mettere becco nei libri scolastici.

Peccato che scrivere, come nel testo incriminato Trame del tempo, che Fratelli d’Italia ha «raccolto» l’eredità del fascismo, ha una «base dichiaratamente fascista» e si «distingue nell’attuazione di misure dichiaratamente liberticide, come il cosiddetto ddl “Sicurezza”» sia in palese violazione del codice di autoregolamentazione del settore editoriale educativo dell’Associazione Italiana Editori (Aie). È lo stesso Valdidara a contestare quel codice a Laterza, richiamandolo alla responsabilità di controllare cosa viene scritto nei libri destinati agli studenti che pubblica.

Perché, come prevede la sezione D, punti 15 e 16, gli editori sono tenuti a far rispettare alcuni principi basilari. Come la differenza delle opinioni politiche. «L’editore» si legge al punto 15, «nel rispetto dell’impostazione culturale e scientifica dell’opera, ha cura di valutare che le informazioni date siano sempre improntate al rispetto della pluralità delle idee e delle culture e che i contenuti non comportino discriminazioni inerenti il genere, la razza, la lingua, la religione, le opinioni politiche e le condizioni personali e sociali degli individui». C’è dell’altro. Al punto 16 si legge infatti che «l’editore si impegna a vagliare la correttezza, la veridicità e l’aggiornamento delle fonti e dei dati utilizzati dall’autore nel suo lavoro». Insomma, la richiesta di Valditara di verificare la correttezza delle parti del libro in cui si spiega che Fdi è il partito che ha raccolto l’eredità del fascismo è pienamente legittima. Il ministero inoltre ha sottolineato «che non possono essere adottati volumi che contengano frasi offensive ovvero affermazioni tendenziose, che alterino la verità dei fatti, tradendo la serietà della ricostruzione storica che è alla base di una scuola democratica».

L'Aie ha ricevuto la mail del ministro ma non ha effettuato alcun controllo o valutazione perché, a quanto fa sapere, non ha questo tipo di potere sui contenuti dei libri pubblicati dai suoi associati quindi - come già è avvenuto in casi analoghi in passato, ha inoltrato la lettera all’editore interessato perché valutasse la richiesta del ministero.

Alessandro Laterza, che dirige la casa editrice insieme al cugino Giuseppe, ha replicato a Valditara con un articolo su La Stampa. Da un lato conferma che «non è nei poteri dispositivi e nei compiti statutari» dell’Aie effettuare verifiche o valutazioni dei testi. La richiesta, quindi, sostiene Laterza che dell’Aie è uno dei probiviri, «è, a esser buoni, incomprensibile». Laterza aggiunge poi che «l’istituzione di una procedura di controllo su un manuale di storia sospettato (non si sa bene da chi) di non essere corretto (non si sa bene in base a quali parametri)» rappresenta «l’anticamera della censura e della violazione di non so quanti articoli della Costituzione». Ecco peccato che il codice che lo vincola a essere il più possibile oggettivo nei libri scolastici che pubblica lo ha sottoscritto anche lui. «Se mettiamo in discussione un codice di autoregolamentazione» dice non a caso Valditara, «siamo all’arbitrio puro e a un passo dal pensiero totalitario».

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