Appartiene a un ignoto il Dna trovato nella bocca di Chiara Poggi, la 26enne uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco il 13 agosto del 2007. Unico condannato per il delitto è l'ex fidanzato Alberto Stasi; mentre Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, è finito sotto indagine nei mesi scorsi. Le tracce trovate sul tampone orale della giovane, analizzate a 18 anni di distanza dall'omicidio, non apparterrebbero né a Stasi né a Sempio.
Dei due campioni utilizzabili della garza, uno ha avuto un match all'80% con l'assistente del medico legale. Sul secondo, invece, si vede sia il profilo Y del professionista che un altro profilo in quantità che viene definita "infinitesimale", non riconducibile in ogni caso a un'azione violenta nella zona faringea della vittima e da "contaminazione". Stando a una delle ultime ricostruzioni, la contaminazione potrebbe essere avvenuta in sala autoptica maneggiando la garza o toccandola con oggetti a loro volta contaminati.
Come si legge sul Giornale, Denise Albani, la genetista nominata dal gip di Pavia nell'incidente probatorio, chiederà al medico legale che effettuò l'autopsia sulla vittima chiarimenti su come ha eseguito il prelievo salivare, sul perché abbia usato una garza non sterile e non un tampone, e chi eventualmente era presente in sala oltre a lui e al suo assistente. Un passaggio che servirà a confermare se la traccia di Dna maschile senza identità sia frutto di una contaminazione.