Ora che un profilo genetico sconosciuto è stato rinvenuto sul tampone orale di Chiara Poggi, è partita la caccia a “Ignoto 3”. Che avvenga 18 anni dopo è clamoroso (in senso negativo), ma l’importante è che ci si muova ora con correttezza. I carabinieri della Procura di Pavia si sono già mossi a caccia del potenziale complice dell’unico nuovo indagato sul caso di Garlasco, Andrea Sempio. Sono stati acquisiti i registri dell’Ipsia (Istituto professionale per l'industria e artigianato) di Calvi di Sannazzaro de’Burgondi, lì dove Sempio all’epoca sostenne l’esame di maturità. Occorre ricostruire, per quanto possibile, la rete di amicizie dell’epoca, parallela al trio Biasibetti-Capra-Freddi e alla frequentazione con Marco Poggi, fratello della vittima. Tutti verrano risentiti per chiarire i rapporti intercorsi all’epoca, i locali frequentati e gli hobby in comune.
Non ci si ferma al tampone orale, poi, ma proseguono le analisi sul materiale sequestrato in casa di Sempio. Con sé aveva migliaia di fogli e scritti privati che potrebbero dare una pista. E viene riesaminato anche il suicidio dell’amico Michele Bertani, in anni in cui i casi come il suo furono purtroppo molteplici. L’ipotesi peggiore è che il dna di “Ignoto 3” appartenga solo ad un tecnico, un investigatore o a personale medico che abbia avuto contatto con il cadavere e che abbia potuto inquinare i reperti. Si ripercorre l’elenco degli operatori che hanno partecipato a sopralluoghi ed esami. Alcuni hanno solo firmato gli atti, altri hanno solo partecipato, ma non effettuato gli esami sul corpo. Il perito Albani ha chiesto al medico legale, Marco Ballardini, chiarimenti su come venne effettuato il prelievo orale. La Procura di Pavia, però, deve allargare il cerchio anche ai soccorritori, al personale delle pompe funebri, ai carabinieri del Ris dell’epoca, insomma a tutti coloro che potrebbero aver avuto contatti diretti con il cadavere o con i reperti. Il tampone orale venne preso il 16 agosto 2007, tre giorni dopo la morte, durante l’autopsia. Tutti quelli coinvolti dovranno fornire il proprio Dna. Dopo la scoperta di “Ignoto 3”, il generale Luciano Garofano, oggi consulente di Sempio, ma all’epoca comandante del Ris di Parma che si occupò del caso, ha parlato di contaminazione dovuta all’uso di “una garza non sterile”.
Come si è arrivati a “Ignoto 3”? Il perito Albani spiega che un campione di garza ha dato il match con l ’assistente del medico legale, un altro non ha dato risultati, il terzo ha tracce miste con pochi marcatori, ma compatibili sia con il profilo del tecnico sia con quello di “Ignoto 3”, mentre su quello centrale c’è il profilo genetico completo dello stesso uomo misterioso. Entrando nel tecnico, non solo la Y, la linea maschile, ma il Dna nucleare, contenente quindi anche quella materna. De Rensis e Bocellari, i legali di Stasi, unico condannato a 16 anni fin qui per il delitto Poggi, sottolineano: “Un profilo univoco che indica con certezza una sola persona. Quindi rintracciabile oltre ogni ragionevole dubbio”. Se non è contaminazione, il caso potrebbe essere giunto alla vera svolta: la scoperta del killer di Chiara Poggi.