Datemi retta, se vi va: di sicuro non ci rimetterete nulla, e forse, a posteriori, potreste perfino essermene grati. Di che si tratta? Elementare, Watson: delle decisioni da prendere in extremis per le vacanze di agosto. Di un’idea last minute veramente risolutiva.
Ecco, se non avete ancora programmato nulla, se non avete prenotazioni già fatte, bonifici già partiti, carte di credito con addebito già avvenuto, è il momento di compiere la scelta più saggia e lungimirante: non partite. State a casa vostra, preferibilmente in città che solo adesso - e giusto per una manciata di giorni, non di più - saranno bellissime e finalmente vivibili. Ma chi ve lo fa fare di spostarvi?
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Naturalmente, non dovete forzare nessuno, se in famiglia ci sono altri che potrebbero considerare la mancata partenza alla stregua di un “sacrificio”. E quindi mandate dove desiderano (o dove si meritano di andare) mariti-mogli-figli-fidanzate -fidanzati -amanti. Lasciate che vadano: la loro assenza potrebbe rappresentare un magico plus per la vostra (non) vacanza. E beninteso: partite anche voi se proprio ne sentite l’esigenza insopprimibile. Se (purtroppo può succedere...) la vostra vita lavorativa è una prigione, o se la vivete come tale, allora è sacrosanto cercare una breve (per quanto illusoria) evasione.
Ma se invece non è così, se cioè il vostro lavoro non vi opprime del tutto, allora siete in condizione di seguire il mio modesto consiglio, umile ma utile. State qui: ma dove diavolo volete andare? Non c’è nessun motivo razionale per alterare i vostri ritmi, per buttare dalla finestra una barca di soldi, per tornare più stanchi e più incazzati di prima, per stare ancora più sistematicamente in contatto, gomito a gomito, starei per dire senza scampo, con chi in famiglia può irritarvi (o che voi potreste irritare: non escludiamolo, non autoassolviamoci). E invece no: una sana distanza di qualche giorno rivitalizzerà anche un rapporto eventualmente stanco o logoro.
Una volta presa la decisione più saggia (quindi avendo scelto di starvene a casa), a quel punto la strada sarà tutta in discesa. Se nei prossimi giorni vi andrà di lavorare, potrete continuare tranquillamente a farlo: sarà una benedizione. Se invece siete in ferie più o meno obbligate, allora vuol dire che avrete delle meravigliose ore libere: a seconda dei gusti, più sonno, più sport, più libri, più cinema, più mostre, più passeggiate. Sarà una (non) vacanza da sogno, un Ferragosto da ricordare, una botta di vita memorabile.
Dimenticavo di menzionare il premio più importante in palio: tutto questo avverrà nel silenzio generale, senza scassapalle in giro (come credo si dica a Oxford, o forse a Cambridge), con molta pressione in meno, senza scadenze, senza orari obbligati. Un paradiso terrestre: e prima che Adamo ed Eva si facessero fregare dal serpente.
FREGATURE SCAMPATE
Avete ancora dubbi? Pensate a tutto quello che vi capiterebbe tra capo e collo se invece faceste la follia di unirvi al gregge ferragostano: il mutuo necessario per pagare lettino e ombrellone, lo spaghettino alle vongole buono - al massimo - per incollarci i manifesti, la cafonata dei selfie, le terrificanti musichette arabeggianti o sudamericane di sottofondo pressoché ovunque. Dai, una prospettiva insostenibile.
In questa vostra straordinaria (non) vacanza, può essere ammesso il cane: ma a patto che, per indole e abitudine, non faccia troppo casino. Altrimenti, se è diventato un familiare come gli altri, viziato ed esigente, speditelo con la moglie (o col marito, fa lo stesso). Ha decisamente più chances di meritarsi un posto accanto a voi (e voi accanto a lui) il micio o la micia di casa. I gatti - si sa - conoscono l’arte del silenzio affettuoso, ormai dimenticata dagli umani.
E allora non abbiate paura: state a casa. Sarà un Ferragosto da favola. Mi ringrazierete. Anzi, ci ringrazieremo reciprocamente.