CATEGORIE

Pro-Pal, autunno caldo: scioperi e blocco dei porti, "fermeremo il Paese"

I centri sociali: "Se toccano le navi, paralizzeremo Venezia". Poi Montanari: "Genocidio made in Italy". Pronto l'attacco all'Italia
di Massimo Sanvito mercoledì 3 settembre 2025

3' di lettura

Nel gran circo mediatico pro Flotilla, capace di spaziare dagli intellettuali ai portuali, potevano mancare loro? I centri sociali da from the river to the sea? Gli antagonisti col pugno sinistro chiuso, la kefiah attorno al collo e la bandiera palestinese in mano? Certo che no. La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: bloccare!

Ed eccoli qui. I campioni dell’abusivismo del Nord-Est, su tutti il Pedro (fondato da Luca Casarini), insieme al rossissimo sindacato Adl Cobas, hanno fatto sapere senza mezzi termini che se le barche dirette a Gaza per forzare il blocco navale imposto da Israele saranno fermate, beh, loro si mobiliteranno «per bloccare il porto di Venezia». E lì, parole loro, trasformeranno «lo sdegno in azione diretta, la solidarietà in disobbedienza».

AVVERTIMENTI E SIT-IN
Forti dell’ultima carnevalata al Lido di Venezia, «una straordinaria dimostrazione di forza collettiva: un segnale potente di opposizione radicale allo Stato genocida di Israele e all’intero apparato politico-istituzionale che alimenta e sostiene il regime di guerra globale», la galassia antagonista alza il tiro: «Le minacce del ministro israeliano Ben-Gvir lasciano poco spazio all’illusione. Ma è proprio per questo che dobbiamo essere presenti e ci muoveremo con determinazione. I riflettori che abbiamo acceso sulla Palestina non devono spegnersi, perché finché c’è quella luce, c’è possibilità di resistenza. E noi non abbiamo intenzione di smettere». Anche le università e le scuole ribollono. Per domani, i giovani comunisti di Cambiare Rotta hanno chiamato alla mobilitazione professori e studenti a sostegno della Global Sumud Flotilla. «Se non fermano il genocidio fermeremo il Paese», sbraitano. A Roma, già annunciati blitz ai rettorati degli atenei (Roma Tre, Tor Vergata, Sapienza) e all’Ufficio scolastico regionale.

Da centri sociali e collettivi a Tomaso Montanari, il rettore dell’Università per Stranieri di Siena, il passo è breve. Ospite a Perugia dell’incontro intitolato “Gaza: un genocidio made in Italy. Complicità, reticenze e (auto) censure nel discorso pubblico e nei media», il saggista ha arringato allo «sciopero generale». In Italia, ha detto Montanari, «contro il genocidio che è in corso in Palestina è arrivato il momento di bloccare il Paese». Già, perché alla fine è tutta colpa nostra.

«La maggior parte delle armi usate a Gaza sono prodotte da noi, così come il software che le comanda fino agli addestramenti. L’aggressione in Ucraina la sta facendo un autocrate, questa la sta facendo invece un Paese nostro alleato. Quindi si consente tutto questo solo per i nostri maledetti interessi occidentali, economici e geopolitici». E poi ecco la “perla”: l’equiparazione tra Olocausto e guerra a Gaza. «In tutti i Giorni della Memoria ci siamo detti sempre “mai più”, perché la prima vendetta contro i genocidi è la memoria. Questo è il motivo per cui dobbiamo parlare, oltre che di chi si macchia di questi crimini e dei suoi complici, anche di Palestina, del suo popolo e della sua cultura e delle persone uccise».

Il caso più curioso, in ogni caso, è quello della lettera che sta girando nelle scuole di tutta Italia, da Milano a Roma passando per Pisa, Vicenza, Treviso, Vietri sul Mare, a firma dell’Unione sindacale di base. In occasione della ripresa delle lezioni, Usb sta invitando gli insegnanti a condividere una mozione pro-Pal nei collegi docenti e di inserirla all’ordine del giorno.

La Floitlla cade a pezzi, scatta (di nuovo) il rientro in porto

La Global Sumud Flotilla, missione volta a rompere il blocco israeliano sulla Striscia di Gaza, è stata nuovament...

FERMENTO NELLE AULE
Diversi istituti hanno già risposto presente. «Rompiamo l’assedio! Palestina libera!», è il grido di battaglia. «Riteniamo improrogabile esprimersi e schierarsi su ciò che continua a essere cronaca quotidiana, a cui ci impongono di assistere inermi e che costituisce un vero e proprio genocidio del popolo palestinese», si legge nella missiva con cui i sindacalisti rossi esprimono aperto sostegno alla Global Sumud Flotilla. 

Ma cosa prevede la mozione? Tra le altre cose, la condanna della «pulizia etnica della popolazione palestinese» ma anche la richiesta di interrompere «ogni collaborazione della scuola con l’industria bellica o con strutture militari, una misura indispensabile a riconoscere l’estraneità dei percorsi educativi e formativi a logiche di militarizzazione, affinché la scuola non diventi terreno fertile per la propaganda militare». Appelli su cui si addensano molte ombre. Gli spazi autorizzati nelle scuole, infatti, sarebbero utilizzabili dai sindacati per notizie, appunto, di carattere esclusivamente sindacale. E cos’avrebbe di sindacale il conflitto israelo-palestinese?

Capezzone: "Unite i puntini, ecco qual è il vero obiettivo della Flotilla di Greta..."

Daniele Capezzone nel suo Occhio al caffè presenta i principali fatti che troviamo in edicola sui quotidiani nazi...

tag
pro-pal
venezia
hamas
gaza
israele
striscia di gaza
tomaso montanari

Gli attivisti si preparano Flotilla, ecco i diari di bordo: i proPal giocano a fare la guerra

Cisgiordania Israele, annessione di 45 ettari in Cisgiordania: "Terra dello Stato"

Follia a Venezia Venezia, borseggiatori denunciano i cittadini: "Filmati senza consenso"

Ti potrebbero interessare

Flotilla, ecco i diari di bordo: i proPal giocano a fare la guerra

Massimo Sanvito

Israele, annessione di 45 ettari in Cisgiordania: "Terra dello Stato"

Venezia, borseggiatori denunciano i cittadini: "Filmati senza consenso"

Flotilla, Meloni replica a Schlein: "Ecco i canali attivati dal governo. Connazionali protetti"