Uno è stato condannato, dal Tribunale di Piacenza, a otto anni e sei mesi di reclusione, con l'accusa di maltrattamenti e tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, dopo aver colpito a sprangate la convivente. L'altro, dovrà comparire davanti al Tribunale di Rimini nel processo che si aprirà, a metà novembre, per le aggressioni subite dalla moglie, affetta da malattia degenerativa, colpita anche davanti alla figlia neonata. Si dipanano lungo i due estremi regionali della Via Emilia - Piacenza e Rimini, appunto - gli ultimi casi eclatanti riportati dalla stampa locale, di violenza sulle donne. A finire in carcere a Piacenza un cittadino marocchino 27enne che il 5 ottobre del 2024 ha aggredito a sprangate la convivente 37enne, causandole fratture al cranio e al naso: condotte punite dal giudice Matilde Borgia con 8 anni e mezzo di reclusione, oltre a un risarcimento di 25mila euro per la donna e 5mila per ciascuno dei due figli di 5 e 7 anni.
La coppia viveva a Castelsangiovanni, nel Piacentino: secondo quanto ricostruito dalla Procura del capoluogo emiliano, l'uomo si era già reso protagonista di ripetute violenze contro la convivente: insulti, schiaffi, pugni e una testata al volto che aveva spinto la donna a scappare di casa. Per giorni il 27enne aveva chiesto alla compagnia di tornare, fino a minacciarle il suicidio il 5 ottobre. Una trappola: dopo avere discusso animatamente, aveva preso dal bagagliaio della sua auto una spranga di ferro per poi colpire la 37enne all'addome e alla testa procurandole ferite. Lenite dopo due mesi giudicate sufficienti a provocare la morte per la violenza dei colpi e l'uso della spranga di ferro e a giustificare una condanna per procedimento di omicidio aggravato dalla premeditazione. E se in Emilia il procedimento verso il 27 è giunto a una prima conclusione, in Romagna si aprirà a metà novembre, in il processo per maltrattamenti - dietro richiesta della Procura di Rimini di giudizio immediato - per maltrattamenti contro un cittadino rumeno 37enne, in carcere dal luglio scorso per le violenze contro la moglie affetta da malattia degenerativa.
L'uomo dovrà comparire davanti alla corte per rispondere dell'accusa di aggressioni alla moglie 34enne, una donna russa sposata nell'agosto 2023 e madre di una bambina di un anno. Le violenze erano già costate al 37enne una condanna a tre anni per maltrattamenti e lesioni aggravate - aveva causato alla donna la lacerazione di un timpano - oltre al divieto di decadenza poi a febbraio 2024. Uscito dal carcere di Rimini nel maggio scorso, l'uomo era tornato a vivere con la moglie che, con una neonata, aveva bisogno di aiuto. Le aggressioni però erano riprese, alimentarsi anche dall'abuso di alcol condite dalle minacce di "spaccarle la faccia e tutti i denti" e di portarle via la figlia "senza più fargliela vedere". L'ultimo episodio nel luglio scorso: ubriaco, aveva iniziato a picchiarla e darle schiaffi sulla testa facendola cadere.