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Pisa, l'Università non denuncia gli studenti pro-Pal che hanno aggredito il professor Zucchi

di Claudio Brigliadori giovedì 18 settembre 2025

2' di lettura

"Solo il professor Casella ha denunciato. Nei dibattiti sulla tragedia di Gaza che abbiamo tenuto in ateneo, non ho condiviso quasi per niente le sue posizioni. Le ritengo troppo vicine alla narrazione del governo d’Israele". Il professore Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa, intervistato dalla Stampa spiega che l'Ateneo non ha denunciato i 20 studenti pro-Pal protagonisti del blitz contro il professore Rino Casella e precisa che sebbene nei dibattiti organizzati "il professore ha espresso le sue posizioni da simpatizzante di Israele", tutto questo "non giustifica ciò che è accaduto, la lezione interrotta, i pugni, le aggressioni". Tuttavia, la denuncia contro gli aggressori è solo della vittima. 

Distinguo anche dal Senato Accademico dell'Università di Pisa, che "deplora quanto accaduto al Polo Piagge il 16 settembre", precisando che l'Ateneo "ripudia ogni forma di violenza nell'esercizio della libertà di manifestazione del pensiero e, in attesa del completamento delle indagini, esprime solidarietà al professore Casella". Ma non manca di entrare nel merito della questione, ricordando "la necessità di mantenere al centro dell'attenzione quanto sta accadendo a Gaza".

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Lo stesso rettore Zucchi, sempre dalle pagine della Stampa, ha sottolineato come pur non aderendo a un vero e proprio boicottaggio contro Israele, l'Ateneo abbia "interrotto due accordi quadro per dare un segnale politico": "Il 24 luglio abbiamo rotto i rapporti con la Reichman University di Herzliya e la Hebrew University di Gerusalemme perché hanno collegamenti diretti con l’apparato militare israeliano e avevano espresso sostegno esplicito all’invasione di Gaza. La Hebrew ha aperto un campus nei Territori, in violazione della risoluzione dell’Onu. Ci sono le delibere del Senato accademico che testimoniano queste interruzioni. Ci sono accordi specifici, sulla chemioterapia contro i tumori e sugli effetti dell’inquinamento luminoso e acustico nei sistemi marini, che abbiamo deciso di mantenere".

Sull'aggressione al professor Casella si è espresso ovviamente anche il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, stigmatizzando l'accaduto ospite di 10 minuti su Rete 4: "Una cosa è liberamente manifestare il proprio pensiero all'interno dell'università, e ci sta, un'altra è menare un professore, che è reato dappertutto. Le università non sono zone franche, sono luoghi dove gli studenti vanno a formarsi, dove si condividono delle esperienze culturali, dove si fa comunità, non dove si interrompono delle lezioni manifestando a scapito degli altri studenti". "Ho parlato con il professor Casella, ho parlato con il rettore dell'Università di Pisa, e ho detto quello che vado dicendo da tre anni a questa parte - scandisce Bernini -: ho un grande rispetto per l'autonomia universitaria, i rettori sono i primi responsabili dell'ordine pubblico all'interno dell'università, ma ci dobbiamo ricordare che l'università è un servizio, che va prima di tutto reso alle studentesse e agli studenti che ci vanno a studiare, a prepararsi, a formarsi e a diventare cittadini". 

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