Un altro colpo di scena. La Procura di Brescia ha svolto a maggio accertamenti tecnici bancari nei confronti dell'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, che hanno dato "esito negativo altrimenti lo avremmo trovato valorizzato nel decreto di perquisizione". A spiegarlo all'AGI è l'avvocato Domenico Aiello in relazione al nuovo capitolo giudiziario sul delitto di Garlasco per il quale sta scontando la condanna definitiva a 16 anni di carcere Alberto Stasi, l'ex fidanzato della vittima Chiara Poggi. Carabinieri e Guardia di Finanza hanno effettuato perquisizioni a carico di nove persone nel contesto dell'inchiesta che vede indagato Venditti per corruzione in atti giudiziari per l'ipotesi che abbia intascato del denaro per favorire l'archiviazione di Andrea Sempio, poi sancita da un giudice. Gli inquirenti ritengono che tra i familiari di Sempio ci siano stati dei movimenti sospetti "anomali" che confermerebbero l'ipotesi di corruzione a carico di Venditti.
L'avvocato Domenico Aiello intanto presenterà ricorso al Tribunale del Riesame per ottenere l'annullamento del decreto di perquisizione e sequestro a carico dell'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti. Il decreto ha riguardato oltre all'ex toga anche Andrea Sempio, Ivana Sempio, Patrizio Sempio, Silvia Maria Sempio, Daniela Ferrari, Silvio Sapone e Giuseppe Spoto. La Procura aveva 'invitato' carabinieri e finanzieri a svolgere nei loro confronti perquisizioni personali, delle loro abitazioni e perquisizioni informatiche dei loro pc, tablet, smartphone e di "ogni altro supporto di archiviazione di dati".
Il tutto per ricavare eventuali elementi utili in merito all'ipotesi che l'allora procuratore Venditti sia stato corrotto per agevolare l'archiviazione di Sempio. Un'accusa che, si è difeso Venditti,"mi offende come uomo e come magistrato che per 45 anni ha servito lo Stato". Da alcuni appunti manoscritti sequestrati lo scorso 14 maggio a casa dei genitori di Sempio "emergerebbe che agli inizi del mese di febbraio 2017 - e dunque in concomitanza con le indagini conseguenti alla prima iscrizione del nel registro degli indagati in relazione all'omicidio - fosse stata proposta o comunque ipotizzata la corresponsione al procuratore aggiunto Mario Venditti di una somma di denaro correlata alla archiviazione del procedimento, come ricavabile dalla scritta 'Venditti gip archivia x 20. 30. euro" si legge nel decreto di perquisizione e sequestro della Procura di Pavia. Archiviazione richiesta il 15 marzo 2017 e accolta dal gip Lambertucci il 23 marzo, pochi giorni dopo. Tra gli elementi valorizzati dall'accusa, si legge nell'atto notificato a Venditti, ci sono presunte "movimentazione anomale" nei conti correnti della famiglia di Sempio. Tra dicembre 2016 e giugno del 2017 le zie paterne dell'indagato, Ivana e Silvia Maria Sempio, avrebbero "emesso assegni" per 43 mila euro "a favore del fratello Giuseppe", padre di Andrea. Entrambi, padre e figlio, nello stesso periodo, avrebbero prelevato "contanti per 35mila euro". A cio' si aggiungerebbero "contatti opachi" tra il giovane e i suoi familiari, con Spoto e Sapone poco prima dell'interrogatorio, di cui avrebbe saputo le domande che gli vennero poste.