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Pro-Pal, adesso basta: gli italiani sono stufi di queste violenze

Terminata l'avventura della Flotilla, iniziano scioperi e l'Italia rischia di piombare nel caos. Ma in ogni bar e in tutte le strade i cittadini ne hanno le tasche piene
di Daniele Capezzone venerdì 3 ottobre 2025

3' di lettura

«Adesso basta». Sono le due parole che ovunque (al bar, in metro, per strada) mi sono state ripetute ieri dalle persone più diverse a proposito della Flotilla, degli scioperi, di mezza Italia bloccata, delle altre manifestazioni a fortissimo rischio di violenza che si preannunciano per domani. «Adesso basta». Lo dicono ovviamente tantissimi elettori di destra, ma cominciano a farlo anche persone di sinistra. Persone che magari non la pensano come me né in politica interna né in politica estera, ma mi fermano, mi salutano, e me lo dicono anche loro: «Non sono della sua opinione su altre cose, ma su questo sì: “Adesso basta”». (...) È l’ora di dire che l’avventura della Flotilla è finita. A mio personale avviso, dovrebbe concludersi per un verso con un’indagine approfondita sui finanziamenti che questa iniziativa ha ricevuto: ieri mattina, in un infelice (per lei) faccia a faccia con me su Mattino 5, la portavoce Delia ha sostenuto di non sapere assolutamente di eventuali finanziamenti direttamente o indirettamente riferibili all’estremismo islamista, e ha invece sottolineato una raccolta di fondi popolare di 400mila euro. Ecco: e quante barche ci compri con 400mila euro?

Non solo: per altro verso, questa storia dovrebbe finire con la contestazione a carico dei naviganti dell’articolo 244 del Codice penale, quello che punisce chiunque crei crisi con Stati sovrani esteri. Personalmente, la penso così. Sono ben consapevole che per altri - opinione altrettanto legittima della mia, ci mancherebbe - si sia trattato invece di una missione positiva. Ma l’iniziativa è finita, comunque la si pensi sudi essa. E allora- a missione conclusa - come si giustificano le violenze dell’altra sera in tutta Italia? Altro che spontaneità: le manifestazioni a Roma, Napoli, Torino, sono iniziate (con cartelli e striscioni già pronti) pochi minuti dopo l’abbordaggio da parte della marina israeliana. E come si giustificano le stazioni bloccate, i passeggeri sequestrati nelle stazioni, le strade invase? E ieri- peggio ancora, a freddo, ovunque, Milano e Roma in testa- come si spiega la pioggerellina di agitazioni e piazzate per impedire alla gente di spostarsi e di lavorare? O il caos nelle scuole e nelle università? E lo sciopero generale di oggi? Povero Landini: per esistere, e per non farsi scavalcare dall’Usb, deve spararla più grossa. Ma soprattutto poveri noi: esposti all’oggettivo ricatto di questi comportamenti insensati e prepotenti. E la manifestazione di domani a Roma? Non occorre essere indovini per sapere che, con quelle parole d’ordine e in quel clima, i violenti si sentiranno “a casa”, proprio come a Milano due settimane fa. Altro che “infiltrati”: i più facinorosi si sentiranno padroni.

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Ed è evidente che qualcuno cerchi l’incidente, anzi direttamente il morto, per scagliarlo come un corpo contundente contro il governo e le forze dell’ordine. A maggior ragione, esecutivo e polizia si trovano in una situazione delicatissima, tremendamente difficile da gestire: tutti sanno che il minimo imprevisto verrebbe caricato sul conto del governo. Schlein, Conte, Bonelli, Fratoianni (tutti e quattro più follower che leader, disperati inseguitori della Albanese e dei peggiori agitatori) sono lì pronti a scatenarsi e a urlare, potendo contare sulla quasi totalità dei giornali e su una robusta maggioranza degli spazi televisivi di opinione.
E tutto questo avviene senza un obiettivo, senza una prospettiva, senza un risultato raggiungibile: ecco il punto. Le loro chiassate non servono e non serviranno a niente (né agli israeliani né ai palestinesi), ma avranno solo l’effetto di rendere la vita impossibile ai cittadini e di trasformare in un inferno le giornate di carabinieri e poliziotti. Nemmeno l’infelice esito delle elezioni delle Marche è servito a far capire a qualche testa fredda, a sinistra, che questo estremismo non paga, che fomenta una minoranza ma non consente di parlare alla maggioranza. Lo sanno, eppure non si fermano. Non sappiamo se sia dolo o colpa, cattiva fede politica o terribile imperizia: ma il risultato è questo. Sono piromani, anzi apprendisti stregoni, pericolosi per se stessi e per gli altri. Teniamolo bene a mente.

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