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Pro-Pal, che fiasco a Firenze: ecco quanti erano in piazza

di Brunella Bolloli sabato 11 ottobre 2025

3' di lettura

Il corteo degli antagonisti si mette in moto mentre Giorgia Meloni, poco distante, dal palco di piazza San Lorenzo, sta caricando il popolo del centrodestra al grido di: «La sinistra è unita solo dall’odio contro di noi». I trecento compagni convocati a piazza Indipendenza per manifestare contro «il governo assassino» e a favore della Palestina, si mettono in corteo e marciano verso la Fortezza da Basso e i viali di circonvallazione, in direzione consolato americano di Firenze. Tanti sono giovanissimi e srotolano striscioni scontati («angurie sì, Meloni no»), sventolano bandiere palestinesi e urlano slogan contro l’esecutivo «sionista» mentre si incanalano lungo il percorso deciso dalle forze dell’ordine che li allontana dal centro storico dove parecchie strade sono state chiuse dal Comune a scopo precauzionale.

Del serpentone fanno parte centri sociali, Usb Potere al popolo, Firenze antifascista, collettivi studenteschi. Alcuni sono arrivati in piazza provenienti dalla sede occupata dell’università in via Laura. Man mano il numero dei partecipanti aumenta, ma alla fine non si conteranno più di 2mila persone, forse perché l’idea di un corteo per dire no al conflitto in Medio Oriente cozza con le trattative ormai avviate tra Israele e Hamas per riportare a casa gli ostaggi e il piano Trump. Trattasi di un corteo depotenziato dagli eventi, alla vigilia di una svolta storica per il cessate il fuoco a Gaza.

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Gli antagonisti, però, insistono: «È molto particolare che questo governo si intesti la parola pace, quando questa finanziaria è viziata dall’aumento delle spese militari», dice Davide di Assemblea per lo sciopero, che ha promosso la mobilitazione. «Noi stiamo pensando più ad armare l’Ucraina che agli ospedali, alle scuole, alle bollette, al carovita, ai salari, ai contratti nazionali dei lavoratori che sono scesi in sciopero a milioni in questo Paese e sono stati denigrati e attaccati dal governo».

Sulla svolta a Gaza, inoltre, i compagni in corteo non hanno dubbi: «Se non ci fosse stato un movimento internazionale capace di prendere in mano la situazione e rivendicare di essere il megafono della voce della resistenza palestinese, oggi non ci sarebbero neanche le trattative per la fine della guerra». Tradotto: lo stop al «genocidio» è merito degli scioperi, dalle mobilitazioni, «non soltanto in Italia, ma a livello globale». Dario Furnari dell’Usb di Firenze lancia la proposta di «100 assemblee permanenti in continuità con le 100 piazze per Gaza, nelle quali porteremo la nostra piattaforma sindacale. Siamo in una situazione paradossale, circondati dalla polizia perché il governo del popolo è lontano dal popolo».

In effetti il cordone di sicurezza è imponente, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva messo in guardia, giorni fa, da ulteriori incidenti e pur garantendo a tutti la libertà di manifestare, l’esecutivo sta pensando a un inasprimento delle norme per i cortei perché non intende più tollerare devastazioni e scontri con le forze dell’ordine com’è accaduto nelle piazze di Milano e Roma. Ieri la sinistra ha provato l’azione di disturbo a pochi metri dal comizio finale del centrodestra. Ma polizia e carabinieri non l’hanno permesso. A Firenze si registrano però vandalismi contro la sede di Fdi di piazza Oberdan la cui saracinesca è stata imbrattata con la scritta “Fascisti di m...”, mentre sul marciapiede si legge “appesi” e “tornate a casa”. E pure CasaPound ha denunciato vandalismi alla propria sede locale da parte di «mafiosi antifascisti».

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