Sono 16 i feriti tra le forze dell'ordine (15 poliziotti e un finanziere) negli incidenti innescati dalla manifestazione di protesta indetta ieri sera nel centro di Bologna per contestare la presenza della squadra israeliana del Maccabi Tel Aviv, ospite della Virtus nella partita di EuroLega di basket andata regolarmente in scena venerdì sera.
Lo rende noto la Questura di Bologna, secondo cui a partire dalle ore 18 in Piazza Maggiore "si sono radunati circa 5mila manifestanti, tra i quali circa 100 provenienti da altre province. Tra di loro erano presenti esponenti del centro sociale Askatasuna torinese e dei 'centri sociali del nord-est', nonché manifestanti provenienti dalle città di Roma e Genova. Hanno aderito Potere al Popolo, Sindacato Usb, Cambiare rotta, Osa, Luna, Giovani Palestinesi, Cua, Plat, Labas e Tpo, tutti aventi sede in città, questi ultimi due in locali concessi in uso dal Comune di Bologna".
Al termine della manifestazione sono stati identificati 15 manifestanti, la cui posizione "è attualmente al vaglio della Digos" per la successiva denuncia; in corso "ulteriori accertamenti, anche con l'analisi di immagini videoregistrate".
Il sindaco Pd di Bologna Matteo Lepore, che fino alla vigilia facendo l'occhiolino al popolo pro-Pal ha cercato di far saltare la partita contribuendo in questo modo a infuocare il clima, ha poi dato la colpa dei disordini al ministro degli Interni Matteo Piantedosi, trasformando il caso in polemica politica.
L'Associazione nazionale funzionari di polizia giudica "inopportune e controproducenti le dichiarazioni rese dal sindaco di Bologna sui gravi disordini verificatisi ieri in città - si legge in una nota firmata da Enzo Letizia, segretario dell'associazione -. In un momento in cui le istituzioni dovrebbero parlare con una sola voce per ricomporre la coesione sociale, aprire una polemica sulla gestione dell'ordine pubblico significa indebolire il fronte istituzionale e confondere le responsabilità".
Non sono insomma solo Fratelli d'Italia e Lega a contestare Lepore. "La responsabilità degli scontri è una sola: quella dei violenti che hanno assaltato la città - scrive Letizia -. Le violenze che hanno colpito Bologna sono state opera di gruppi in prevalenza riconducibili all'area antagonista locale. Una mobilitazione pianificata e organizzata, come dimostrano la simultaneità degli attacchi, le tecniche paramilitari utilizzate, il lancio di oggetti, bombe carta e fuochi d'artificio ad altezza d'uomo. E' fondamentale ricordare che la funzione propria dell'autorità di pubblica sicurezza è garantire le libertà dei cittadini, la possibilità di svolgere regolarmente gli eventi, e intervenire per respingere e contenere la violenza. In questo scenario, la polemica politica rappresenta il terreno più fertile per i violenti e i professionisti del disordine, che prosperano sulle divisioni e cercano di trasformare ogni contrasto istituzionale in occasione di escalation e proselitismo".
"Le Autorità nazionali e locali di pubblica sicurezza - continua l'esponente sindacale - hanno operato in base alla legge con equilibrio e competenza nel pieno rispetto delle procedure, delle informazioni disponibili e del quadro normativo. Mettere pubblicamente in discussione il loro operato significa indebolire l'architettura della sicurezza e gettare discredito su chi ha difeso la città. La sicurezza pubblica richiede leale collaborazione interistituzionale, rispetto dei ruoli e responsabilità condivisa. Solo unendo gli sforzi - e non contrapponendoli - si può garantire ai cittadini la protezione e la serenità che meritano".