E pensare che tutta la storia della famiglia nel bosco abruzzese è contenuta nei titoli dei due film di Riccardo Milani girati in Abruzzo: “Un mondo a parte” e “Il luogo dell’anima”. Intanto viene scritta la sceneggiatura di “Dura lex sed lex” ed è risuonato il primo ciac di “In nome del popolo italiano”, con la regia a più mani, tratti da codici e trattati di psicologia più o meno infantile.
È l’aspetto moderno dell’antica Natura selvaggia della terra che Giovanni Boccaccio nel Decamerone riteneva ai confini del mondo e che gli inglesi, nel Settecento, sconsigliavano di percorrere nel Grand Tour per i suoi pericoli. Edward Lear vi si recò proprio per questo, da solo, nel 1843-44, rivelandone la bellezza nel 1846 con il suo “Viaggio illustrato nei tre Abruzzi”: invece di essere scannato dai briganti secondo gli stereotipi, venne spesso ospitato da famiglie locali, concludendone che quella parte dell’Italia centrale era «as romantic as it is unfrequented». È quello che avrà pensato la famiglia anglo-australiana, ma superando anche l’opzione di una casa a un euro nei borghi medievali abbandonati con l’emigrazione di allora e lo spopolamento per l’attrazione delle comodità della costa di oggi. Rovesciando la prospettiva: i margini del bosco invece del centro urbano.
[[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45108887]]
D’altronde da quelle parti certi rovesciamenti accadono con sempre maggiore frequenza. Proprio mentre montava il caso della famigliola alternativa separata dalla carta bollata, una mamma plantigrada se ne andava a spasso per le vie di Palena con i tre orsetti alla scoperta del mondo. Animali confidenti con gli umani, ma umani diffidenti da loro stessi. Romanticismo fuori dal tempo e mito disneyano della Natura bucolica bella e buona, che alla vigilia del millennio di San Francesco va anche di moda, perché il lupo che bacia l’agnello è utopia seducente come vedere Putin e Zelensky che si abbracciano facendo scoppiare la pace.
In Abruzzo le volpi hanno scoperto da tempo le delikatessen dell’uomo, e infatti a Rocca Santa Maria recentemente una di esse faceva colazione con cappuccino e cornetti, gratis, per poi tornarsene nella macchia magari a elaborare un’imboscata a una gallina, perché la dieta va variata. Gli orsi marsicani, nonostante siano appena una cinquantina, fanno le loro scorribande in paesi e paesini del Parco nazionale, il primo d’Italia. Quanto ai lupi, nella terra dei lupi (nel 1957 venne girato il film-manifesto “Uomini e lupi” con Yves Montand e Silvana Mangano), dopo tanto tam tam verde-ecologista protettivo e francescano, sono tornati a essere un problema nonostante il proliferare dei cinghiali che da tempo possono acquisire la cittadinanza onoraria di Roma già estesa ai gabbiani. Come gli orsi che ameranno pure mele e miele ma vuoi mettere un bel pollaio, i lupi non hanno più paura dell’uomo, e sono furbi: più facile dare la caccia singola a un gatto o un cagnolino che elaborare una strategia di gruppo per una preda più grossa da dover poi dividere.
Si sono umanizzati negli egoismi dei bipedi implumi, altro che Walt Disney. La famiglia anglo-australiana pensava di aver trovato il posto dell’anima creandosi un mondo, se non proprio a parte, almeno fuori dai luoghi comuni. Un posto in cui non si fa la spesa al supermercato per poi differenziare plastica, carta e metalli dall’organico. Dove l’acqua sale dal pozzo e non ha percorso 600 km su camion per scendere imbottigliata dalle Alpi agli Appennini (o viceversa). Dove non si consulta compulsivamente il cellulare e per sapere che tempo farà lo si annusa dai segnali della Natura stessa con un annuvolamento o uno stormir di fronde.
Dove non c’è la tv che mette al microscopio vicende come questa, sintesi estrema delle contraddizioni di questo mondo e delle anime belle che tanto belle non sono. Soprattutto dove essere alternativi al sistema spinge il sistema a ritornare sui binari della normalità, perché il contratto sociale di Rousseau devi rispettarlo anche se non l’hai firmato. Il paradosso è che per difendere il diritto naturale dal diritto positivo la famigliola divisa ha bisogno di tutto quello che aveva messo fuori dal cortile della casa ai margini del bosco. Ci sarà pure un posto dell’anima in un mondo a parte, ma c’è pure il mondo reale che spesso l’anima non riesce a trovarla.
[[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45107048]]