Attenzione, lo diciamo subito: compatibilità non fa rima per forza con colpevolezza. È certo, però, che emerga una novità importante su un elemento già preso in esame sul giallo del delitto di Garlasco. Come riporta il Corriere della Sera, dalle analisi sul Dna rinvenuto sulle unghie della giovane uccisa nella villetta di via Pascoli emerge quel cromosoma Y, individuato dalla perita Denise Albani, che restringe il campo a una manciata di uomini della linea paterna Sempio. E l’unico ad aver certamente frequentato la casa era proprio lui, Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara Poggi, Marco. Un cognome, una linea paterna, una cerchia ristrettissima. E un nome che oggi torna a pesare come un macigno. Il tanto discusso dna, che pesa tanto anche lui. Per anni si è sostenuto che quei dati fossero inutilizzabili. “Un dato scientifico non attendibile”, hanno ribadito ancora ieri i legali dei Poggi.
Ma l’incidente probatorio smentisce l’operato del perito d’appello Francesco De Stefano, che nel 2014 aveva dichiarato esaurito e non comparabile il materiale genetico. E spunta pure un “giallo nel giallo”: per i magistrati di Pavia il perito non avrebbe eseguito due repliche identiche come previsto. Risultati diversi, dunque. E l’ex-pm Mario Venditti, oggi indagato per corruzione, continua a ripetere: “Il colpevole è uno ed è Stasi, è scritto nelle sentenze”. Ma ora la scienza va in direzione opposta. La difesa di Sempio prova a smontare tutto parlando di “contatto indiretto”: Dna, cioè, arrivato tramite oggetti comuni, dal telecomando alla tastiera del pc.
Ma per gli investigatori questa tesi non regge: nessuna traccia dei familiari, né del fidanzato Alberto Stasi. Per la procura “lui era sulla scena del crimine”. I magistrati di Pavia, come sottolinea il Corriere, ritengono di aver ricostruito nel dettaglio anche il movente. A sostegno, una raffica di indizi: l’impronta 33, le chiamate, la “bufala” del ticket di Vigevano, la Bpa, le analisi del sangue e la consulenza medico-legale. In primavera verrà svelato tutto. I pm puntano al rinvio a giudizio a inizio anno. E poi, forse, la richiesta di revisione della condanna di Stasi. Il “biondino dagli occhi di ghiaccio”, l’assassino freddo e calcolatore. O la vittima della più grande ingiustizia da tribunale mai avvenuta in Italia?