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Ex Ilva a Genova, la guerriglia degli operai contro i poliziotti: promessa mantenuta

giovedì 4 dicembre 2025

2' di lettura

Dalle parole, anzi dalle minacce ai fatti. Tensione altissima davanti alla prefettura di Genova, dove si è diretto il corteo di protesta degli operai dell'ex Ilva. Il mezzo meccanico dei metalmeccanici ha sfondato poco prima delle 11.30 gli alari della polizia a protezione del palazzo del governo. Un iscritto alla Fiom è stato ferito alla testa durante il teso confronto tra manifestanti e forze dell'ordine.

L'operaio ha una ferita alla testa, probabilmente è stato colpito dal lancio di un fumogeno. I manifestanti al grido di "Urso sei un codardo" e "Urso vaff***o" hanno intonato cori contro il ministro delle Imprese Adolfo Urso.

Poche ore fa, alla vigilia del corteo, era stato lo storico Franco Grondona, storico sindacalista Fiom, ad ammettere il piano di battaglia delle tute blu:  "Credo che marceremo verso la prefettura. Se necessario ci andiamo a picchiare con le forze di polizia. Noi non abbiamo paura, così finiamo sulle pagine dei giornali e poi sono affari del governo dire che picchiano gli operai che lottano per difendere la fabbrica". Una strategia studiata e messa a terra in maniera perfetta.

"Ci dovete arrestare tutti", urla al megafono in strada il suo collega Armando Palombo, sempre della Fiom, all'indirizzo dei poliziotti. "Noi vogliamo solo lavorare", ha detto mentre è partito il coro "lavoro, lavoro" e insulti all'indirizzo del ministro Urso. Da mondo politico è di Rifondazione comunista il primo commento. "Quanto è appena successo a Genova è una vergogna, un corteo pacifico che chiedeva lavoro è stato fatto oggetto di lancio di lacrimogeni, questa è la risposta del Governo Meloni", dichiarano Jacopo Ricciardi e Gianni Ferretti, rispettivamente Segretario Regionale Ligure e Segretario genovese di Rifondazione. "Siamo e saremo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dell'Ilva e ne condividiamo la scelta della radicalità nelle forme di lotta. Lo diciamo dal 2012, l'unica soluzione capace di tenere insieme il diritto alla salute e il diritto al lavoro è l' Intervento diretto dello Stato, la nazionalizzazione di Acciarie d'Italie, la riconversione ecologica e la bonifica dei siti. Il governo non può scappare alle sue responsabilità".

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