Cazzi per equinozi è un divertissement in punta di penna. È un colto sberleffo, una sagace provocazione, un calendario letterario immaginario, un'agenda laica per appassionati di letteratura e cultori dell'ironia sottile e pungente, con le battute che sono stoccate di fioretto. Ma per spiegare questo libro (pubblicato da Olioofficina e illustrato da Stefania Morgante) bisogna partire dall'autore, Felice Modica. Siciliano d'altri tempi, intellettuale prestato all'imprenditoria (e viceversa), appassionato di letteratura francese, amante di cani e gatti, consumatore compulsivo di buone letture che distilla umorismo con lo stesso spirito che animava Luigi Pirandello, come realtà sentimento del contrario e lo sguardo disincantato che oltrepassa l'apparenza della per coglierne i tratti dell'assurdo.
Torniamo al titolo: Cazzi per equinozi. «Coglioni per lampioni sarebbe stato volgare. Invece citare Gabriel García Márquez da Cent'anni di solitudine - dialogo tra Fernanda e Amaranta - indurrà tutti a fingere di conoscerla, magari annuendo con sussiego», ha spiegato Modica che si è divertito a stravolgere i titoli dei libri corredandoli di conseguenti, surreali e corrosive sinossi e condensando il tutto nello spazio di un tweet. Cazzi per equinozi è nato come uno scherzo su X poi è diventato un gioco che si è trasformato in una sfida intellettuale fino a prendere la forma di questo libro. Si parte dal primo gennaio con Per chi suona la campana di Ernest Hemingway che diventa Per chi suona la carampana. «L'anziana musicista faceva le serenate, ogni sera a un giovane diverso». Qualche giorno dopo i dolori del giovane Werther si tramutano ne I colori del giovane Werther («Non si fermava ai semafori. Vita pericolosa di un ragazzo daltonico»). Esilarante Il signore degli anellidi John RR Tolkien che Modica deforma ne Il signore degli agnelli e riduce la conquista della Terra di mezzo a una «guerra sanguinosa tra i pastori dell'Agro Pontino per il monopolio dell'abbacchio».
Cazzi per equinozi è una riscrittura divertente e irriverente della storia della letteratura dove l'autore abbatte i tabù del “non si dice”, “non si fa” e “non si pensa” e non arretra neanche davanti ai pezzi grossi. E così quando Bergoglio, invitando i vescovi italiani a non ammettere seminaristi gay, disse: “Troppa frociaggine in Vaticano”, Modica pensò subito Orgoglio e pregiudizio di Jane Aumine della notte di Louis-Ferdinand Céline diventa Viaggio al termine della botte. sten che inevitabilmente ribattezzò Bergoglio e pregiudizio. Basta modificare una consonante e Viaggio al terLa trama? «L'esperienza etilica di un beone». La valle dell'Eden di John Steinbeck si svuota di tutta la poesia e si trasforma ne La valle dei Biden cioè «un'inchiesta sulla casa di riposo più discussa d'America» e poi, sempre la stessa valle paradisiaca prende sarcasticamente il nome di Valle dei loden. («Da Francesco Giuseppe a Mario Monti. Passando per Rocco Papaleo e Mauro Corona che però lo ha ridotto a brandelli. Storia del luogo in cui si confeziona il celebre tessuto di lana tirolese e di chi lo ha indossato»). Restando in tema di abbigliamento, ecco che L'asino d'oro di Apuleio cambia pelle per diventare L'eskimo d'oro.
Ci sono titoli che Modica modifica più volte ma, come avverte la quarta di copertina, «cambiando l'ordine della strampalatezza il prodotto non cambia». Il lettore è così rassicurato. Le operette morali di Giacomo Leopardi sono Le omelette morali, cioè «un viaggio nella drammatica realtà degli allevamenti avicoli intensivi». Basta sostituire la “s” con la “t” al libro di Cecilia Gatto Trocchi ed ecco materializzarsi Le tette d'Italia, «una panoramica aggiornata all'anno di pubblicazione della relativa anagrafe nazionale. Con le fedeli riproduzioni di tutte le prove meritevoli». Potremmo continuare per un anno a raccontarvi dell'impertinente operazione dell'autore (che ringraziamo per aver voluto, bontà sua, inserire in questo calendario letterario immaginario anche il mio Sorelle spaiate diventato Sorelle sparate). Cazzi per equinozi, ormai lo avrete capito, contiene mille libri (storpiati) in uno solo.
È un volume agile da tenere sul comodino e sfogliare senza un ordine preciso, vagando avanti e indietro tra le pagine nelle notti in cui il sonno si fa attendere e in quelle in cui la tristezza indugia ad andarsene. Si può usare come un'agenda su cui appuntare i pensieri belli, brutti ma soprattutto quelli bislacchi. Può essere un passatempo che ha il vantaggio di non farti sentire in colpa come quando riempite il tempo scorrendo i social. È, infine, un'idea per un regalo di Natale riservato a chi sa che l'umorismo è arte assai seria. p.s. Alla fine del libro troverete la lista dei titoli originali, prima che la furia creativa di Modica li deformasse.