Roba da Indipendence Day. O da "sottosopra", stile Stranger Things. Venerdì pomeriggio sui social si è scantenato il panico intorno alla immagine che ritrae un enorme anello di luce rossa nel cielo sopra l'Italia centrale, con un diametro di oltre 200 chilometri e lunghi 'tentacoli' aggrovigliati.
Di fronte a questa scena da film di fantascienza con venature horror in tanti hanno subito gridato agli "ufo", "extraterrestri" e alla presenza di forme di vita aliene sulle nostre teste. In realtà si tratta di un'eccezionale doppietta di fenomeni luminosi transitori generati in atmosfera da un potente fulmine caduto sul mare Adriatico lo scorso 26 novembre. Li ha immortalati il fotografo Valter Binotto, che dal 2017 si è specializzato nella foto di questi eventi.
Il 'disco volante' rosso visibile nell'immagine è tecnicamente quel che viene definito un 'elves' (Emission of Light and Very Low Frequency perturbations due to Electromagnetic Pulse Sources) o 'elfo', ovvero una brevissima emissione luminosa innescata nella ionosfera, a circa 100 chilometri di altezza. Gli oggetti rossi tentacolari al centro, invece, sono gli 'sprite' o 'spiritelli', effimere scariche energetiche che hanno luogo nella parte di atmosfera denominata mesosfera, tra i 48 e gli 88 chilometri di altezza.
"Questo è il terzo elves che fotografo, stavolta associato a uno sprite: una combinazione ancora più rara", spiega Binotto. "A oggi non ci sono immagini come questa". Entrambi i fenomeni "sono stati innescati da un potente fulmine sopra il mar Adriatico davanti alla costa di Fermo, nelle Marche". Binotto ha ripreso la scena da 350 chilometri di distanza mentre si trovava nella sua casa di Possagno, in provincia di Treviso. A novembre aveva ripreso anche un altro elves sulla Liguria, mentre il suo scatto più celebre resta quello dell'elves sulle Marche nel 2023.
Gli elves si verificano quando un fulmine insolitamente potente genera un intenso impulso elettromagnetico: l'anello rosso indica il punto in cui l'impulso ha colpito la ionosfera terrestre. Anche in questo ultimo evento sull'Adriatico, "grazie alle stelle presenti, ho potuto misurare l'altitudine dell'elves a circa 85 chilometri e il suo diametro a circa 230 chilometri", precisa il fotografo.