Papà Trevallion è arrivato con qualche minuto d'anticipo, poco prima delle 10, alla casa-famiglia dove alloggiano i tre figli. C'era anche la madre, Catherine Birmingham, che può stare con loro per molto più tempo. Eccolo, il Natale della cosiddetta "Famiglia nel bosco": una festa trascorsa insieme per due ore e mezzo appena. Alle 12.30, papà ha dovuto infatti lasciare la struttura.
Sono stati i responsabili della casa famiglia a dire no al pranzo insieme, per non creare un precedente. Burocrazia che si aggiunge alla decisione dei giudici, assai criticata. Matteo Salvini ha pubblicato un altro post via social con un video selfie nel quale reitera i suoi auguri di Natale e torna sul caso della famiglia di Chieti, tenuta separata per decisione dell'autorità giudiziaria: "Buon Natale quasi a tutti, perché a Natale bisognerebbe essere più buoni. Ma oggi c'è qualcuno che è meno buono di altri e in questi minuti è in corso un atto di violenza e di cattiveria gratuita istituzionale, dello Stato italiano nei confronti di una famiglia, di una mamma, di un papà e di tre bambini".
"Io sto andando a fare il pranzo di Natale con mia mamma e mio papà - prosegue il vicepremier, ministro dei Trasporti e Infrastrutture e segretario della Lega -. Ebbene, qualcuno, in provincia de L'Aquila, in questi minuti è invece diviso, è lontano perché il papà dei bimbi del bosco aveva due ore e mezzo per stare in famiglia questa mattina, ma poi basta, niente pranzo di Natale perché non se lo meritava. Così hanno scelto i giudici del tribunale de L'Aquila e gli assistenti sociali. Per me è una vergogna. Posso dirlo in una giornata di festa, se non per tutti, per tanti?".
"Separare quei tre bambini dalla mamma e dal papà anche nel giorno di Natale è un atto di una violenza, di una arroganza, di una cattiveria gratuita. Secondo me è vergognoso e incommentabile", prosegue Salvini. "I bimbi non appartengono allo Stato ma al cuore, all'affetto della loro mamma e del loro papà. Quindi buon Santo Natale a tutti ma, signori giudici, mettetevi una mano sulla coscienza perché almeno il giorno di Natale un atto di generosità e di rispetto ve lo potevate regalare. Un abbraccio a quel papà, a quella mamma e a quei bimbi. Dico loro: non siete soli e non avremo pace finché non tornerete a essere famiglia".