Centinaia di persone hanno preso parte alla protesta contro le morti in strada a Milano. 'Adesso fermiamo la città' lo slogan della manifestazione che ha bloccato la circonvallazione meneghina a partire dalle 19 e fino alle 20.30, organizzata da 60 associazioni che promuovono la mobilità senza auto. Quattro i punti cardine da dove sono partiti i cortei: viale Bianca Maria (angolo Mascagni), viale Beatrice d’Este (angolo Melegnano), viale di Porta Vercellina (angolo Biffi) e Bastioni di Porta Nuova (angolo Solferino). In tanti, a piedi o con le bici, hanno sfilato per le vie fermando il traffico automobilistico. Da inizio anno, infatti, sono state 20 le vittime della strada. L'ultima una 75enne uccisa da un camion dell'Amsa il 18 settembre scorso. "Milano non deve essere cosi pericolosa, non è dei martiri. Siamo qui per chiedere una città diversa e andremo fino a Palazzo Marino", ha detto un manifestante prima della partenza del corteo da Porta Nuova. Tante le richieste avanzate al Comune tra cui: città a 30 km/h subito, strade 'scolastiche' davanti a ogni istituto, una città ciclabile, stop alla tolleranza del parcheggio selvaggio, ripristino immediato delle domeniche a piedi.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato accolto dal presidente polacco Karol Nawrocki davanti al palazzo presidenziale di Varsavia. Durante il loro primo incontro, i due leader discuteranno temi legati alla sicurezza, all’economia e ai negoziati di pace in Ucraina. Nel corso della giornata, Zelensky incontrerà anche altri esponenti della politica polacca, tra cui il primo ministro Donald Tusk. La visita arriva dopo che i leader dell’Unione europea hanno deciso di concedere all’Ucraina un prestito senza interessi, destinato a sostenere le esigenze militari ed economiche del Paese nei prossimi due anni.
“Il prestito di riparazione significherebbe una guerra immediata. Pensateci. Ci sono due Paesi in guerra l’uno contro l’altro. Tu come terzo vai lì portando via un'enorme quantità di denaro da uno e dandola al suo nemico. Cosa significa? È guerra”. Lo ha detto il Primo ministro ungherese, Viktor Orban, a proposito degli asset russi.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato l’Ucraina di rifiutarsi di porre fine alla guerra con “mezzi pacifici”. Le dichiarazioni sono arrivate in apertura della conferenza stampa di fine anno a Mosca, un appuntamento seguito con attenzione anche per le possibili risposte del Cremlino al piano di pace per l’Ucraina sostenuto dagli Stati Uniti. Secondo Putin, Kiev non sarebbe disposta a chiudere il conflitto attraverso il dialogo, pur riconoscendo l’esistenza di alcuni segnali che indicherebbero una possibile apertura a forme di confronto. Il leader russo ha utilizzato l’evento per ribadire la propria linea politica e per intervenire su temi di politica interna e internazionale.
L’esercito statunitense ha annunciato di aver condotto altri due attacchi contro imbarcazioni nel Pacifico orientale che, secondo le autorità, erano coinvolte nel traffico di droga. Le operazioni avrebbero causato la morte di cinque persone. Il Comando Sud degli Stati Uniti ha riferito sui social media che le imbarcazioni stavano navigando lungo rotte note per il narcotraffico e che l’intelligence ne avrebbe confermato il coinvolgimento in attività illegali. A supporto della ricostruzione sono stati diffusi video che mostrano le barche in movimento prima di essere colpite.
Non sono state fornite ulteriori prove a sostegno delle affermazioni. Secondo quanto comunicato dall’esercito, tre persone sono morte su una delle imbarcazioni e due sull’altra. Con questi ultimi episodi sale a 28 il numero complessivo di attacchi noti contro imbarcazioni sospettate di traffico di droga, con almeno 104 vittime totali secondo i dati diffusi dall’amministrazione statunitense. Il presidente Donald Trump ha difeso la campagna militare definendola una necessaria escalation per contrastare il flusso di droga verso gli Stati Uniti, parlando di un vero e proprio “conflitto armato” con i cartelli. L’operazione è tuttavia oggetto di crescente attenzione e critiche da parte di alcuni legislatori, soprattutto dopo il primo attacco di inizio settembre, seguito da un secondo intervento che aveva causato la morte di due sopravvissuti rimasti aggrappati ai resti di un’imbarcazione colpita.