L'orrore in diretta, ripreso dagli smartphone dei terrroristi islamici. Nuovo video dell'Isis sulla strage di venerdì alla Crocus City Hall di Mosca. Nelle immagini diffuse dall'agenzia Amaq, principale canale della propaganda online dello Stato islamico, si vedono alcuni dei membri del commando terroristico che uccidono delle vittime.
Sono immagini molto crude, in cui si vedono gli assalitori sparare all'impazzata e uno di loro che sgozza una vittima. "Gli infedeli saranno sconfitti. Lo facciamo per Allah", si sente in un momento del video. Intanto la Russia osserva una giornata di lutto nazionale dopo il massacro di venerdì. Arrestate 11 persone, tra cui "4 terroristi" coinvolti direttamente nell’attentato. Nel frattempo, a conferma della psicosi-attentati che ha attanagliato da due giorni il Paese, è scattato anche un allarme bomba a San Pietroburgo. Tuttavia, il video di rivendicazione di Isis-K non ha avuto eco in Russia, dal momento che le autorità politiche sembrano voler spingere per la paternità ucraina della carneficina.
Il video pubblicato dai jihadisti, sulla carta, dovrebbe confermare la "paternità" della strage, legata agli ambienti dell'integralismo islamico molto attivo nella "pancia asiatica" dello sconfinato ex impero sovietico. Le parole d'ordine sono quelle tristemente famose rese note da tanti attentati dello stesso tipo in Europa e non solo. Uno dei terroristi, che sembra essere il capo della cellula, incita gli altri a "ucciderli e a non avere pietà" e pronuncia due volte la frase Allahu akbar, Dio è grande, alzando il dito indice, gesto che indica che Dio è uno. Unica differenza rispetto agli altri attentati, lo fa senza gridare. Il filmato dura un minuto e mezzo, scorrono scene disturbanti in cui diversi uomini armati di fucili d'assalto e coltelli, con i volti volutamente sfocati per non essere riconosciuti e la voce alterata, si muovono nell'atrio della sala concerti di Krasnogorsk, sparano raffiche di mitra, parlano tra di loro mentre si riprendono in video. In un ingresso e lungo un corridoio si vedono tanti corpi a terra: i terroristi mirano a bruciapelo anche alle persone già riverse sul pavimento o che cercano di salvarsi nascondendosi dietro una porta.
Qualcosa attira l'attenzione di uno di loro, che si avvicina a un uomo supino, immobile: infierisce più volte, a ripetizione, cercando di tagliargli la testa con un coltello. Alla fine il terrorista demorde, si sposta, l'uomo a terra trova la forza di girarsi su un fianco, il sangue scorre sul marmo della sala. L'uomo armato, magro e in maglietta, con una specie di porta munizioni intorno al torace e uno zainetto raggiunge gli altri assalitori. Non c'è concitazione, i terroristi non mostrano fretta, si muovono con sicurezza, sembrano essere padroni della scena, come se escludessero di vedere nel giro di poco tempo l'arrivo delle teste di cuoio russe. E di fatto intorno non si vedono forze di sicurezza, non si sentono urla. Le immagini mostrano sullo sfondo un incendio.
L'Idf ha diffuso un video che mostra droni iraniani intercettati nei cieli di Israele durante l'attacco di Teheran nella notte di sabato sullo stato ebraico, che finora ha provocato almeno 10 morti e circa 200 feriti. In una delle operazioni ad agire è un elicottero delle forze di difesa aerea. Nelle immagini si vede anche un raid israeliano su una postazione lanciamissili in Iran. Lo Stato ebraico anche sabato ha preso di mira infrastrutture militari e nucleare sul territorio della Repubblica islamica.
Il 13 giugno, a Skiathos, i poliziotti del Dipartimento della Polizia dell'isola, con la collaborazione della Polizia di Stato- investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e della Squadra Mobile di Roma - e con l'ausilio del personale dell'Ufficio dell'Esperto per la sicurezza dello SCIP in Grecia, hanno focalizzato e fermato un cittadino americano, gravemente indiziato per l'omicidio di una neonata e l'occultamento del cadavere della madre, i cui corpi senza vita sono stati ritrovati a Roma, il 7 giugno scorso, all'interno del parco di Villa Pamphili.
I finalisti del Premio Strega 2025 sono Andrea Bajani, 'L’anniversario' (Feltrinelli), Nadia Terranova, 'Quello che so di te' (Guanda), Elisabetta Rasy, 'Perduto è questo mare' (Rizzoli), Paolo Nori, 'Chiudo la porta e urlo' (Mondadori), Michele Ruol, 'Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia' (TerraRossa). Abbiamo incontrato alcuni degli autori a Verbania, all'Hotel Majestic, prima dell'incontro del 10 giugno al Centro Eventi Il Maggiore di Verbania: ecco cosa ci hanno raccontato.
Vladimir Luxuria ha parlato con i cronisti presenti al Roma Pride 2025 e ha dedicato i suoi pensieri a Giorgia Meloni e al suo rapporto con Viktor Orban.l "La nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni è molto amica di quei bulli che sono al potere e che spesso fanno politiche omofobe ma soprattutto transfobe. Orban ha fatto una cosa che dovrebbe preoccupare anche qui in Italia. Nel cuore dell'Europa, non in una nazione sperduta, non cento anni fa: nel 2025, il prossimo 28 giugno, il Pride a Budapest è un reato. È un crimine. E mi scandalizza che quando avevamo Draghi, che per altro è un tecnico, prese posizione e condannò Orban. Adesso il silenzio assoluto. Chi tace acconsente. Qui non stiamo parlando solo di vietare il Pride, stiamo parlando di vietare una manifestazione. E quando si è silenti davanti alla libera manifestazione del pensiero si è complici di qualcosa che si chiama 'fascismo'".