Tante persone in piazza della Repubblica, a Roma, per l'ultimo saluto al generale Claudio Graziano presso la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. La salma è stata accolta dal picchetto d'onore delle diverse forze armate, davanti alle quale hanno sfilato esponenti del mondo militare, della politica e della società civile. Tra questi, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro della difesa Guido Crosetto, quello degli esteri e vicepremier Antonio Tajani e quello degli interni Matteo Piantedosi. Tra le cariche militari presenti il generale Francesco Paolo Figliuolo e Giuseppe Cavo Dragone.
Il regista-attore Rob Reiner e sua moglie Michele sono stati trovati senza vita nella loro casa di Los Angeles. Gli investigatori ritengono che abbiano subito ferite da arma da taglio e un membro della famiglia è stato interrogato dagli investigatori. I vigili del fuoco di Los Angeles hanno dichiarato di aver risposto a una richiesta di assistenza medica poco dopo le 15:30. e all'interno hanno trovato morti l'uomo, di 78 anni, e la donna di 68. Gli investigatori della divisione rapine omicidi stanno indagando per omicidio. La villa di Reiner è nell'esclusivo quartiere di Brentwood, sul lato ovest della città, che ospita molte celebrità. Reiner è stato per lungo tempo uno dei registi più prolifici di Hollywood, e il suo lavoro include alcuni dei film più memorabili degli anni '80 e '90, tra cui "This is Spinal Tap", "A Few Good Men", "Harry ti presento Sally" e "La storia fantastica". Il suo ruolo di Meathead nel classico televisivo degli anni '70 di Norman Lear “All in the Family”, insieme a Archie Bunker di Carol O'Connor, lo ha catapultato verso la fama e gli è valso due Emmy Awards.
Un'ora di discorso per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella giornata conclusiva di Atreju, la festa di Fratelli d'Italia, il suo partito. Al termine dell'intervento la premier ha bevuto un po' d'acqua e, scherzando, ha detto: "Sto a morì".
Poco prima del piccolo sfogo, Meloni si era rivolta alla platea sottolineando il valore simbolico della comunità che ruota attorno alla kermesse: "Sono giornate che profumano di appartenenza, vedervi così orgogliosi con le nostre bandiere mi ripaga di tutto il lavoro fatto per il bene di questa nazione". Dopodiché ha ironizzato sugli attacchi dell’opposizione: "Ogni volta che a sinistra parlano male di qualcosa va benissimo. Cioè parlano male di Atreju ed è l’edizione migliore di sempre, parlano male del governo, il governo sale nei sondaggi". E ancora: "Si portano da soli una sfiga che manco quando capita la carta della 'pagoda' al Mercante in fiera". Un concetto ribadito anche nel finale, quando ha ringraziato "tutti quelli che hanno fatto le macumbe rendendo questa edizione di Atreju la più intensa e partecipata di sempre".
Infine, sul campo largo ha aggiunto: "Il presunto campo largo l’abbiamo riunito noi ad Atreju e l’unica che non si è presentata è quella che dovrebbe federarli". Chiaro riferimento alla segretaria del Pd Elly Schlein, che dopo un lungo tira e molla ha preferito non partecipare alla kermesse.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
I Carabinieri della Compagnia di Foggia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip presso quel Tribunale, nei confronti di 24 persone (di cui 19 destinatarie del carcere e 5 degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico) accusate di traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività, monitorata da maggio 2024 ad aprile 2025, sarebbe stata condotta da cittadini - tra i 23 e i 61 anni - di nazionalità italiana, albanese, georgiana e rumena, attivi, oltre che in provincia di Foggia, anche a Rieti, in Emilia Romagna e nel basso Molise. L’indagine muove i primi passi dal monitoraggio di un 36enne albanese, con precedenti specifici, ritenuto il punto nevralgico dell’attività di commercializzazione di sostanze stupefacenti nel territorio dauno e motore propulsore di un ampio traffico di cocaina, con base operativa a Foggia.
L’indagato avrebbe acquistato all’ingrosso - tramite canali di connazionali radicati nel Nord-Italia - lo stupefacente, poi reimmesso sul mercato grazie alla complicità di soggetti ritenuti validi e riservati collaboratori. La rete di spaccio avrebbe permesso di far confluire in provincia dai 5 ai 10 kg al mese di cocaina, acquistata a oltre 22 euro al grammo e rivenduta a un prezzo - variabile a seconda dei quantitativi richiesti - tra i 30 e i 50 euro al grammo, generando profitti mensili stimati in circa 200mila euro. Gli indagati avrebbero beneficiato della disponibilità di depositi sorvegliati, dove lo stupefacente sarebbe stato stoccato e confezionato per la successiva consegna, avvenuta quasi sempre senza che la sostanza fosse tagliata. Uno dei sequestri effettuato nel corso delle investigazioni, relativo a 2 kg di cocaina asseritamente provenienti dalla Bolivia, avrebbe documentato l’elevata qualità dello stupefacente, risultato puro al 96% dalle successive analisi di laboratorio dei Carabinieri.
Un sofisticato sistema di vendita di prodotti contraffatti (borse, capi di abbigliamento, portafogli e orologi) alimentato da dirette sui social network e da un sito internet è stato scoperto dalla Guardia di finanza di Siracusa. Tre gli indagati per ricettazione e vendita di prodotti contraffatti. Due di loro avevano anche indebitamente percepito il reddito di cittadinanza: un contrasto evidente con il tenore di vita riscontrato dagli investigatori, confermato dal sequestro di una Lamborghini Urus del valore di circa 270.000 euro. I tre avevano trasformato la villa con piscina di uno di loro in uno showroom clandestino allestito come una boutique.
I finanzieri hanno sequestrato migliaia di articoli falsi, beni mobili e denaro per circa 300mila euro, tra cui la fuoriserie. Dalla villa gli indagati trasmettevano in streaming, sulle piattaforme TikTok e Instagram, dirette seguite da centinaia di clienti, durante le quali esibivano la merce. I tre avevano creato anche un sito internet, con provider statunitense, curato nei minimi dettagli, con gli articoli catalogati per categoria e marchio, accompagnati da fotografie in alta definizione, dall'indicazione del relativo prezzo di vendita e da descrizioni studiate per valorizzarne la qualità. Una volta concluso l'acquisto, la merce veniva consegnata tramite corrieri e pagata in contrassegno dagli acquirenti. I relativi importi erano riscossi direttamente dai vettori, i quali, con cadenza mensile, provvedevano a versare le somme incassate sui conti correnti degli indagati, alcuni dei quali accesi in Italia e altri presso istituti esteri. Ricostruito un volume d'affari di oltre 2 milioni di euro.