Viviamo nell’era dell’inflazione dell’attenzione: ogni giorno siamo esposti a migliaia di contenuti, messaggi e stimoli. In questo scenario saturo, riuscire a “farsi vedere” non è più abbastanza. La vera sfida oggi? Essere scelti. Non basta essere presenti. Serve lasciare il segno. Dalla pasticceria al brand internazionale, oggi chiunque — anche un influencer o una piccola impresa B2B — compete per lo stesso spazio mentale del pubblico. Ma l’attenzione è solo il punto di partenza, non l’obiettivo finale.
Oggi il valore reale è l’intenzione. Non conta chi ti guarda, ma chi è pronto ad agire. Cliccare, approfondire, fidarsi, scegliere te. Questo salto — dall’essere visti all’essere scelti — si gioca in pochi secondi. TRE, per essere precisi: è questo il tempo medio che una persona impiega per decidere se continuare o scorrere oltre.
E allora come si conquista quell’attenzione che vale davvero? Non con la quantità di contenuti, ma con rilevanza dinamica, messaggi ad impatto immediato, e call to action pensate per accompagnare, non forzare. In questo video, si esplora un concetto chiave: l’economia dell’intenzione. Un nuovo approccio strategico, dove il focus si sposta dalla visibilità alla rilevanza, dalla presenza alla decisione. Non è più il tempo di inseguire l’esposizione fine a sé stessa. Oggi serve mirare con precisione, parlare a chi è davvero pronto ad ascoltare. Non conta quanto appari. Conta quanto riesci a entrare in risonanza con chi ti incontra. Per riuscirci, bisogna cambiare prospettiva: non più misurare il successo con like e visualizzazioni, ma cogliere i segnali che indicano interesse reale, quelli che fanno capire che sei nel posto giusto, al momento giusto. La partita si gioca su micro-decisioni che avvengono in pochi istanti, e ogni contenuto deve essere progettato per attivare quella soglia di interesse che trasforma un contatto distratto in un'opportunità concreta. Perché oggi non basta comparire. Bisogna guidare l’attenzione verso un significato. Offrire valore in tempi brevissimi, con parole chiare, utili e pertinenti. Solo così si conquista spazio nella mente, e ancora prima, nella fiducia delle persone.
Guarda il video completo firmato Central Marketing Intelligence e scopri come progettare una strategia orientata all’intenzione — quella vera, che orienta davvero le decisioni. L’attenzione si conquista. L’intenzione, si merita. E se vuoi approfondire questo e altri temi fondamentali per chi fa business e per chi prende decisioni in azienda, da oggi è arrivato il manuale perfetto per l’imprenditore, che ti guiderà in modo data-driven in ogni tua scelta di business!
In occasione della festa per i 25 anni di Libero, è salito sul palco del Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano Andrea Pucci, che ha intrattenuto il pubblico presente con uno spettacolo comico e musicale.
"Libertà è una parola bellissima, la più bella del nostro vocabolario. Ma rischia a volte di suonare a vuoto. Come anche l'aggettivo 'liberale', una definizione splendida. Ma che oggi rischia perfino di creare confusione, di avere un margine di ambiguità. Tutti si definiscono liberali, soprattutto quelle persone che non hanno sempre un'inquietudine positiva per la libertà". Il monologo di Daniele Capezzone in occasione della festa per i 25 anni di Libero.
“Mi sono contenuto sul referendum. Io ho detto: ‘Penso di andare a votare’. Poi ho aggiunto tanto per dire a una cosa comiziale con tutti i nostri, sapendo che nessuno sarebbe andare a votare: farò propaganda” per l’astensione. “Mamma mia, non l'avessi mai detto. Non ho più aperto bocca sui referendum. Mi sono limitato alla fine a registrare il clima di odio. Mi hanno insultato in malo modo e quando gliel’ho ricordato, all’esito - dopo essere andato a votare per un solo referendum - mi hanno detto che stavo facendo qualcosa di antidemocratico. Mi sono messo a piangere. Ho pianto molto, a dirotto”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervistato dal direttore Mario Sechi alla festa per i 25 anni di Libero, al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano.
"Sono venticinque anni di storia di un quotidiano che ha e sta lasciando il segno a Milano con il vostro stile graffiante, ironico e caustico". Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala nel corso dell'intervista col direttore Mario Sechi all’evento al Teatro Lirico Giorgio Gaber per i 25 anni del quotidiano Libero. "È evidente che la vediamo in maniera diversa da tanti punti di vista - ha aggiunto -, ma io sono convinto che la base del rapporto tra istituzioni, politica e media, sia questa: è necessario, non potrebbe essere diversamente". Libero secondo Sala "ha cambiato molto questa città, ha aiutato tante riflessioni. Io riconosco che Libero ha dato alla città e io spero che voi riconosciate che Milano dà a chi fa il vostro mestiere, una città che non accetta mai lo status quo", ha concluso il sindaco.