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Valanghe in Nepal, strage di italiani: quanti sono davvero i morti?

martedì 4 novembre 2025
2' di lettura

Due diverse valanghe e un drammatico destino comune. Durante una prima spedizione in Nepal, due alpinisti italiani sono morti dopo essere stati travolti da una slavina sul Panbari Himal, vetta di 6.887 metri. Oltre a Stefano Farronato, 50 anni, di Bassano, e Alessandro Caputo, 28, milanese, altri tre connazionali sono deceduti nella valle del Rolwaling dove un’altra valanga di grandi proporzioni ha spazzato via il campo base di una seconda spedizione, allestito lungo lo Yalung Ri (5.630 metri). Secondo quanto risulta alla Farnesina ci sarebbero altri cinque-sei italiani le cui condizioni risultano al momento non verificabili e che si trovano in altre aree del Nepal.

Per quanto riguarda la tragedia dello Yalung Ri, un gruppo di rocciatori, composto da quindici persone, stava facendo tappa per scalare poi il Dolma Kan (6.334 metri). In questo caso le vittime sono sette e altri quattro i dispersi, tutti sherpa del posto. Solo quattro i sopravvissuti, tutti ricoverati in ospedale per fratture e ipotermia.

A provocare le due slavine il maltempo che sta piegando il Nepal e in particolare il ciclone "Montha" che, formatosi sul Golfo del Bengala, ha portato venti fortissimi e neve, complicando addirittura i soccorsi. La valanga che ha travolto l'arboricoltore Farronato e il maestro di sci Caputo si è abbattuta sul Panbari Himal venerdì. A dare l’allarme ai soccorritori è stato il capospedizione Valter Perlino, 64enne veterinario di Pinerolo, nel Torinese. A causa di un infortunio al piede, l’uomo non si era aggregato ai due amici nell’arrampicata.

A peggiorare la situazione, appunto, il maltempo. "I soccorsi non sono stati effettuati in tempo, con conseguenti gravi perdite di vite umane - ha raccontato uno dei sopravvissuti ai cronisti del Kathmandu Post -. Abbiamo gridato e implorato aiuto, ma nessuno è riuscito a raggiungerci. Ci avevano detto che un elicottero sarebbe arrivato dopo quattro ore, ma non è stato così: a quel punto molti dei nostri amici se n’erano già andati".

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"Buongiorno a tutti, oggi è 27 ottobre e stiamo mandando questo messaggio da Kathmandu e stiamo per partire per la via delle montagne a provare a tentare a fare la prima salita italiana al Dolma Khang. Grazie a tutti, in particolare al presidente nazionale Michele Paternoster, il presidente della sezione di Teramo Giuseppe Calandrini. Tutto grazie a papà. In qualche modo ci faremo sentire". Sono queste le parole che Paolo Cocco e Marco di Marcello hanno pronunciato in un videomessaggio realizzato pochi giorni prima della perdita delle loro tracce in Nepal. (NPK) Fonte Gianni di Marcello

Sergio Mattarella, il messaggio nella Giornata delle forze armate

Per il Giorno dell'Unità nazionale e Giornata delle forze armate sono arrivati ad Ancona il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Il capo dello Stato ha voluto ricordare che "il 4 novembre segna la data in cui l'armistizio di Villa Giusti pose termine alla Guerra mondiale che aveva insanguinato l'Europa, con il coronamento del sogno risorgimentale dell'unità d'Italia. La Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate che oggi celebriamo è momento di ricordo e di espressione della riconoscenza del Paese per quanto i cittadini in uniforme fecero, combattendo per fare dell'Italia una Nazione indipendente e libera, ispirata a valori democratici e di pace".

E ancora, nel messaggio inviato a Crosetto: "Il contributo delle Forze Armate in oltre un secolo e mezzo è stato prezioso per l'affermazione del ruolo internazionale del nostro Paese. Con grande professionalità e umanità, negli ultimi decenni, sono intervenute, su mandato della comunità internazionale, in soccorso a popolazioni e in contesti dove è stato urgente operare per la pace. Oggi nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo, interpellando la cornice di sicurezza costruita nel dopoguerra e le istituzioni poste a suo presidio. Il pericolo di allargamento del sanguinoso conflitto scatenato dalla aggressione all'Ucraina da parte della Federazione Russa impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l'Alleanza Atlantica, sia strumento di sicurezza per l'Italia e l'Europa. L'instancabile operato delle Forze Armate lungo tutto l'arco di crisi del Mediterraneo allargato, dove permangono situazioni di contrasto e fragili tregue, rimane fondamentale. In questa giornata, un commosso pensiero va a coloro che sono caduti, sacrificando le loro vite per l'Italia. È un sentimento che richiama soprattutto le giovani generazioni, affinché siano consapevoli della necessità di impegno a difesa dei valori della nostra Costituzione. Con questi sentimenti, rivolgo l'augurio più intenso e partecipato di tutti gli italiani ai soldati, ai marinai, agli avieri, ai carabinieri, ai finanzieri e al personale civile della Difesa che con professionalità e dedizione lavorano ogni giorno per il più alto bene della Repubblica. Viva le Forze Armate, viva l'Italia".

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Si erano serviti di un’auto rubata come ariete per sfondare la vetrina di un negozio nel centro di Torino, in via Andrea Doria, portando via 72 capi d’abbigliamento dal valore di circa 20.300 euro. La 'spaccata', risalente alla notte del 10 gennaio scorso, era stata integralmente ripresa dalle telecamere di videosorveglianza dell’esercizio commerciale. I carabinieri del Nucleo Operativo Torino San Carlo, partendo proprio dalla loro analisi, sono riusciti a ricostruire il tragitto degli autori del reato anche grazie alle telecamere dei negozi limitrofi. Le indagini hanno consentito ai militari dell'Arma di individuare i presunti autori del colpo: sono tutti di origine nordafricana tra i 27 e i 34 anni, e al gip di Torino di emettere a carico degli indagati l’applicazione della misura cautelare in carcere per furto aggravato in concorso.