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Milano, risveglio col muezzin: la rabbia della Barona

Circa 7.000 fedeli musulmani si sono radunati a Famagosta per celebrare l’Eid al-Adha, la festa del sacrificio, che ricorre ogni anno nel mese lunare di Dhu I Hijja
di Giorgia Petani sabato 7 giugno 2025

4' di lettura

Circa 7.000 fedeli musulmani si sono radunati ieri mattina a Famagosta per celebrare l’Eid al-Adha, la festa del sacrificio, che ricorre ogni anno nel mese lunare di Dhu I Hijja, in cui ha luogo il pellegrinaggio canonico, detto hajj. La cerimonia si è svolta presso il campo sportivo di Famagosta, dove per circa un’ora i presenti hanno pregato in arabo, rivolti verso la Mecca, stendendo le proprie stuoie sul prato. Dal palco, Ibrahim Gewili, membro del direttivo della Fondazione Giovani per il Bene, non ha perso l’occasione per parlare anche del conflitto in Medio Oriente, definendo Gaza «una ferita aperta sul corpo dell’umanità» e affermando che «il silenzio è complicità», invitando così i presenti a «rompere il silenzio per difendere l’umanità».

L’imam, al grido di “Palestina libera”, ha poi ringraziato «l’Italia e la presidente che stanno facendo tante cose per i nostri fratelli». Gewili ha infatti spiegato che per organizzare l’evento sono stati richiesti e ottenuti «tutti i permessi necessari». Alla faccia di chi ogni volta non perde l’occasione di accusare l’Italia di essere un Paese razzista... Tuttavia, nonostante le autorizzazioni, non tutti i residenti hanno gradito il risveglio così rumoroso. Un altro raduno per la preghiera si è infatti tenuto presso il campo sportivo di via De Nicola, nel quartiere Barona che insieme a Famagosta sono diventate un’enclave della comunità islamica che qui sembra avere la sua roccaforte e ha importato anche le proprie tradizioni.

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Alcuni cittadini hanno espresso malumori tramite i social, in particolare sul gruppo “Barona e zona 6”, legato al consigliere municipale di Fratelli d’Italia, Omar Praticò hanno espresso malumore per il canto del muezzin al risveglio. «Ma stiamo scherzando? Altra sveglia alle sette con cantilena araba al microfono. Non so cosa sia, ma anche stamattina il campo sportivo in via De Nicola è stato preso d’assalto», ha scritto un utente. Un’altra cittadina ha commentato: «Scusate, ma vi sembra normale sentire le litanie a tutto volume alle 7 di mattina? Questa sarebbe l’integrazione?».

Molti residenti hanno parlato di «mancanza di rispetto» verso chi vive e lavora nel quartiere. Oltre al disturbo acustico, sono stati segnalati diversi disagi alla viabilità: la via sarebbe stata chiusa, rendendo impossibile «prendere i mezzi pubblici come la linea 98 e la 71», ha evidenziato un’altra cittadina.
Il consigliere ha riferito a Libero di aver ricevuto numerose segnalazioni: «Alle 5:30 del mattino sono iniziate le prime preghiere, che, con il volume molto alto, si sono udite anche oltre il quartiere Sant’Ambrogio», ha spiegato Praticò sottolineando inoltre la presenza, nelle vicinanze, di scuole, un ospedale (il San Paolo) e una casa di riposo per anziani.

A far infuriare il quartiere sarebbe stata anche la sosta selvaggia: «Auto parcheggiate sulla rotonda, sull’erba, in mezzo alla carreggiata e persino all’interno di cortili privati. I residenti – ha detto Praticò – sono stufi di questa situazione che non viene gestita adeguatamente dal Municipio 6, che dovrebbe garantire il rispetto delle regole e dell’ordine pubblico». Il consigliere ha precisato di non essere contrario alla celebrazione religiosa in sé: «Nessuno è contro chi professa il proprio culto, ma alla luce delle tante segnalazioni è evidente che così non si può andare avanti. Lo scorso mese, in audizione consiliare, avevo già fatto presente quanto accade durante queste celebrazioni, ma siamo punto e a capo».

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Don Bernardo Gallazzi, parroco della Comunità Pastorale Giovanni XXIII delle parrocchie di SS. Nazaro e Celso, S. Bernardetta e S.Giovanni Bonoha ha invitato a trovare un equilibrio tra le esigenze delle comunità: «L’importante è imparare a convivere nel rispetto reciproco. Eventi del genere sono sporadici, ma è chiaro che vadano gestiti meglio sul piano logistico, magari organizzandosi come si fa per i grandi eventi sportivi a San Siro». Milano non è stata l’unica città ad accogliere l’Eid al-Adha con ampi raduni.

Anche a Pioltello, circa 2.500 fedeli si sono ritrovati nell’Area Feste, come avviene da oltre 20 anni. Peccato che quest’anno, però, il Comune non avesse concesso l’autorizzazione per utilizzare lo spazio tanto che l’associazione culturale islamica El Huda, rappresentata da Mohamed Pietro Danova, aveva comunicato alla Questura l’intenzione di organizzare una protesta pacifica in piazza dei Popoli, proprio davanti al Municipio. Per evitare la presenza di 2.500 persone davanti al Comune, è intervenuta la Prefettura, che ha deciso all’ultimo minuto di spostare l’evento nell’Area Feste, pur senza un’autorizzazione formale. Danova è stato informato della decisione solo a mezzanotte. Il presidente di El Huda, oltre ad aver ringraziato le forze dell’ordine, con tono vittimistico, ha rivolto un ringraziamento anche all’Amministrazione comunale «per aver concesso controvoglia» lo spazio.

In difesa della sindaca Ivonne Cosciotti (centrosinistra), che non aveva concesso l’uso dello spazio pubblico per la preghiera è intervenuto il leghista Fabrizio Cecchetti per cui si tratta «dell’ennesima dimostrazione che questi signori non hanno nessuna intenzione di voler rispettare le nostre regole – ha proseguito Cecchetti – regole come la decisione di un sindaco, eletto dai cittadini, presa probabilmente per ragioni di sicurezza. Ricattare, perché questo è un vero e proprio ricatto, è una cosa sbagliata. Devono capire che con la forza non si ottiene nulla».

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