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Milano, inchiesta sull'urbanistica: a chi trovano 120mila euro in contanti

mercoledì 16 luglio 2025

4' di lettura

Circa 120mila euro in contanti sono stati trovati oggi nella disponibilità di Andrea Bezziccheri, costruttore del Gruppo Bluestone e uno degli imprenditori indagati per corruzione nella nuova inchiesta della Procura di Milano che chiede nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. Il denaro è stato sequestrato dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza durante una delle perquisizioni a tappeto disposte dai pm all'interno di una cassetta di sicurezza bancaria. 

Si tratta di un dettaglio clamoroso all'interno di una inchiesta, quella sull'urbanistica milanese, che potrebbe riservare ancora colpi di scena pesantissimi, sia dal punto di vista giudiziario sia da quello politico. Tra i sei big oggetto di richiesta di arresti domiciliari ci sono uno dei massimi esponenti della Giunta guidata dal sindaco dem Beppe Sala, l'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, e Manfredi Catella, "re del mattone" fondatore del colosso immobiliare Coima. Come direttore dell'Area Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree di Palazzo Marino, Tancredi si è occupato dei progetti urbanistici "complessi più importanti della città - come si legge sul sito del Comune -, tra i quali l'area Porta Nuova, il Portello, City Life. Expo 2015 e Mind, la Darsena, gli scali ferroviari dismessi, Santa Giulia e l'area dello Stadio". Nel corso della giornata, però, sarebbero state acquisite carte su altri 30 progetti.

Il Comune, fanno sapere da Palazzo Marino, "non si riconosce nella lettura della Procura". Secondo i pm che stanno conducendo le indagini, "il fenomeno delle deformazioni del sistema urbanistico di Milano" sarebbe "tuttora in corso". Deformazioni che "continuano ad alimentare un sistema gravemente corruttivo, che ha come risultato lo svilimento dell'interesse pubblico". In particolare, tra l'altro, "nota chi scrive che nelle parole di Tancredi prevale la subordinazione a Boeri e Catella e che la sua unica preoccupazione è di evitare grane e ritorsioni da parte dei medesimi". Boeri è l'archistar Stefano Boeri, anche lui tra gli indagati. Viene riportato un messaggio del 21 giugno 2023 in cui "Tancredi pressa Marinoni affinché il giorno dopo dia un parere favorevole al progetto di Boeri sottolineando che così avrebbero evitato attacchi a lui personalmente (a Tancredi) e ripercussioni negative per tutti gli altri, informandolo che Boeri 'ovviamente' aveva già parlato con il sindaco Sala".

Nella chat con il primo cittadino Boeri afferma di averne "parlato a lungo con Giancarlo, Mario e Cristian" che gli investigatori identificano in Giancarlo Tancredi, Mario Vanni, ex capo di gabinetto di Sala, e Christian Malangone, direttore generale del Comune di Milano. Gli ultimi due sono estranei all'inchiesta della Procura di Milano. "Ultima cosa crearti problemi - dice a Sala l'oggi presidente della Triennale - ma prendilo come warning per domani". "Mi dicono che non è solo il Presidente - la risposta del primo cittadino -. Ovviamente so quello che mi riferiscono. E devo fidarmi del giudizio di Giancarlo. Domani mattina comunque rivedo con calma". Secondo gli inquirenti anche Tancredi si è attivano con la commissione. Il 21 giugno scrive a Marinoni. "Ti ricordo per esame domani Pirellino che un parere positivo solo sulla soluzione planovolumetrica ci metterebbe al riparto da attacchi, anche ovviamente a me personalmente da Catella e Boeri. Boeri ovviamente ha già parlato al Sindaco della vicenda. Confido nella tua sensibilità e grande capacità di gestire questo parere. Di fronte a un positivo condizionato non vedo cosa potrebbero obiettare".

La situazione politicamente compromessa di Tancredi spinge Alleanza Verdi e Sinistra a chiederne "un passo indietro": "Non accetteremo eventuali soluzioni tampone. Dopo ciò che sta accadendo riteniamo non più rinviabile un vertice di maggioranza. L'assessore Tancredi faccia un passo indietro. La politica faccia un passo avanti", affermano Tommaso Gorini e Anna Maria Scimone, co-portavoce provinciali di Europa Verde e Giuseppe Roccisano, segretario metropolitano di Sinistra Italiana. "In Parlamento come in Comune siamo sempre stati contrari al Salva-Milano. La situazione di opacità nella quale si trova l'amministrazione comunale rispetto alle scelte urbanistiche, al di là delle responsabilità personali che andranno chiarite, richiede un chiaro segnale di cambiamento, a partire dallo stop ai progetti come la vendita di San Siro. Questo serve per ridare trasparenza alla politica Urbanistica cittadina e ricostruire un clima di fiducia con i cittadini, per questo occorre un forte segnale di discontinuità col passato". 

Puntano più in alto, e cioè alle dimissioni del sindaco Sala, le opposizioni con Fratelli d'Italia e Lega in prima linea, ma pure il Movimento 5 Stelle, alleato del Pd a livello nazionale ma durissimo con il primo cittadino: "Mentre discutiamo di come rigenerare le città in chiave ecologica, esplode lo scandalo milanese, con la città che affonda nel caos urbanistico e giudiziario - attacca la senatrice del grillina Elena Sironi -. Gli spazi verdi non sono un lusso, ma infrastrutture essenziali per contrastare l'inquinamento, i cambiamenti climatici e migliorare la qualità della vita. Eppure, mentre l'Europa ci chiede di smettere di consumare nuovo suolo, in Italia la maggioranza ha un approccio completamente anacronistico e arriva addirittura a proporre un disegno di legge in cui si prevedono premialità per i costruttori che decidono di rigenerare invece di consumare nuovo suolo, senza capire non siamo più di fronte a un'alternativa. È un approccio superato e pericoloso, è ora di fermarsi, cambiare rotta e ripartire dalla legalità e dalla natura",

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