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Il merito della Polizia locale e il rispetto che gli dobbiamo

Dare a Cesare quel che è di Cesare non è solo un atto dovuto, ma un legittimo riconoscimento al lavoro svolto dagli agenti della Polizia locale
di Enrico Paoli giovedì 14 agosto 2025

2' di lettura

Nell’immaginario collettivo il Ghisa (l’agente della Polizia locale, per i non milanesi) viene associato a multe e verbali. Se non addirittura alla storica polemica (essendo storicizzata diciamo che un fondo di verità ce l’ha pure...) sulla scarsa presenza di personale in strada. Tutto può essere e tutto ci sta. Ma non stavolta. Perché in mezzo alla rovente polemica politica legata al caso dei bambini rom, destina a salire ancora di livello, si colloca proprio la Polizia locale di Milano, guidata dal comandante Gianluca Mirabelli. Grazie al lavoro di Ghisa, fatto di interventi sul campo e riscontro dei filmati ripresi delle telecamere di sorveglianza, i quattro ragazzini (ma si possono ancora considerare tali dopo aver ucciso una donna di 71 anni mentre erano a bordo di un’auto rubata?) l’indagine è stata chiusa a tempo di record.

Dare a Cesare quel che è di Cesare non è solo un atto dovuto, ma un legittimo riconoscimento al lavoro svolto dagli agenti della Polizia locale. Da milanese adottato mi sento più tranquillo. E proprio perché la posta in palio è la sicurezza di una città in sofferenza su questo versante, alzarci in piedi e tributare un banale applauso al comandante Mirabelli e sui uomini (gesto liberatorio, ma non risolutorio) sarebbe quasi offensivo. Quel che serve, invece, è prendere spunto da questa operazione per chiedere maggior attenzione nei confronti del Corpo, sollecitando una dotazione tecnica adeguata ai tempi. Quali strumenti lo diranno i tecnici (magari più taser, o telecamere migliori, vista la pessima qualità di alcuni impianti), nel frattempo però occorre prendere consapevolezza con la materia. Che non può restare marginalizzata rispetto alle questioni sul tavolo.

Perché se è vero che il sindaco, Beppe Sala, appena può ricorda ai milanesi le nuove assunzioni di Ghisa, volendo portare il numero del Corpo ad un livello adeguato alla città, è altrettanto vero che non può continuare a tenere per se la delega alla Sicurezza, nella convinzione che si tratti di una materia da maneggiare con cura. Il caso del Gratosoglio, con il dolore per la morte di una donna colpevole solo di essere nel posto sbagliato, e la rabbia per quattro ragazzini cresciuti troppo in fretta e senza regole, sposta in avanti il dibattito sulla sicurezza, richiedendo risposte pratiche. E una maggior efficienza del corpo, sotto tutti i punti di vista, va esattamente in quella direzione. In pratica si tratta di uscire da quella logica per la quale un Vigile, o agente della Polizia locale, viene considerato un operatore di serie B del comparto sicurezza. La politica, tutta, si dia il coraggio di uscire da questo schema mettendo mano alla legge quadro nazionale. Sarebbe l’ora. Soprattutto volendo rendere giustizia alla 71enne Cecilia De Astis, uccisa da un 13enne.

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