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Un milione per il campo rom, zero per l'antica biblioteca

di Lorenzo Cafarchio lunedì 13 ottobre 2025

2' di lettura

A Pavia la questione legata ai sinti continua a tenere banco. Nei mesi scorsi vi avevamo raccontato della diatriba tra il vicesindaco, Alice Moggi, e il segretario generale del comune di Pavia, Mario Spoto, con la prima che parlava della regolarità del campo rom, posizionato sul Lungoticino cittadino, mentre il secondo evidenziava l’abusività dell’insediamento. E così, dopo un breve periodo di apparente calma, è stato il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, a riaprire la botola sul caos. «Il centrosinistra spenderà un milione di euro per creare il terzo campo nomadi a Pavia», ha dichiarato il leghista a La Provincia Pavese. Si perché la giunta, guidata dal sindaco del Pd Michele Lissia, senza vagliare alcuna ipotesi alternativa dal giorno alla notte ha stanziato un milione e 50mila euro per spostare parte dell'insediamento, circa una quindicina di famiglie, dalla zona attuale a Pavia est. «Hanno individuato una nuova area senza interpellare residenti e operatori, dal momento che in quella zona ci sono delle aziende», attacca Centinaio.

Sul fronte consiglio comunale, invece, uno dei più attivi è il segretario cittadino di Fratelli d’Italia Nicola Niutta. L’esponente di Fdi, ai nostri taccuini, evidenzia tutte le crepe dietro la vicenda. «Da un’amministrazione di sinistra che usa parole feticcio come tutela del verde, ambientalismo e consumo di suolo zero non ci si aspetterebbe un comportamento simile». Niutta evidenzia che per la realizzazione del nuovo campo bisognerebbe, sostanzialmente, «come primo intervento tirare giù un bosco, nella zona est della città, con flora e fauna di pregio. I dem, qui, hanno vinto le elezioni parlando di ecologia e poi si ritrovano, oltre a voler disboscare un'intera zona, per la creazione del campo a cementare costruendo strade, allacciamenti e piazzole».

Alla faccia dell'impatto sul suolo pavese. «Inconcepibile che la decisione sia stata calata dall’alto senza aver interpellato i residenti», prosegue, «che oggi si trovano con le loro case dal valore messo seriamente a rischio. Stesso discorso per le attività commerciali in loco». L’analisi non finisce qui. «Se il trend mondiale è quello di superare i campi a Pavia addirittura si crea il terzo insediamento. Questa è tutta l'arroganza di una sinistra che parla di partecipazione ed ecologia per poi fare tutto il contrario», ci dice Niutta.

C’è un ulteriore dato che sorprende, come evidenziato da Centinaio, a fronte dell’ingente stanziamento «non si trovano i soldi per ristrutturare la biblioteca Bonetta, facendo invece una nuova area a rischio degrado». La biblioteca civica Bonetta situata in piazza Petrarca al civico 2, in una delle zone centrali del comune affacciato sul Ticino, è chiusa da ormai molti mesi per problemi strutturali, ma per far tornare quantomeno agibile la struttura servirebbero circa 600mila euro. La giunta pavese a gennaio aveva annunciato lo stanziamento dei fondi e la realizzazione dei lavori entro l’estate. Al momento è tutto fermo. C’era una volta il monopolio della sinistra sulla cultura.

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