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Ignazio La Russa passa all'attacco: "L'Aula non sia di chi non ha nulla da fare"

Nel capoluogo lombardo c'è una sostanziale stagnazione con il Consiglio comunale inchiodato dal centrosinistra sulla linea pro-Pal
di Enrico Paoli martedì 21 ottobre 2025

2' di lettura

«Milano deve fare un salto di qualità». A quanti di voi sarà capitato di sostenere quella tesi, o di sentirla nei chiacchiericci con gli amici o nei crocchi che si formano nelle pause di lavoro? A tanti sicuramente. Ma proprio perché la sostanziale stagnazione della città da soggettiva è diventata oggettiva, con la giunta comunale imbambolata dopo le inchieste sull’urbanistica e il voto su San Siro, e il Consiglio comunale inchiodato dal centrosinistra sulla linea di Gaza, come i fanti nelle trincee durante la prima Guerra mondiale, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha pensato bene di mettere quel tema (il salto di qualità della città) al centro del dibattito politico.

«Non voglio criticare La giunta che c’è adesso, ma quella che verrà dopo com’è naturale, deve fare di più», sottolinea la seconda carica dello Stato, intervenendo al XVI Forum nazionale dei giovani imprenditori di Confcommercio, a Milano. Ma soprattutto, per La Russa, c’è bisogno «di un maggior coinvolgimento» dei giovani e dei cittadini alla politica locale, e «il Consiglio comunale non può essere un luogo per chi- non tutti - non ha altro da fare nella vita». Per l’esponente di Fdi, che non ha mai rinunciato alla propria visione politica in nome del ruolo istituzionale ricoperto, «il candidato a sindaco può essere civico o politico, ma non bisogna pensare solo al sindaco. C’è bisogno di pensare all’intera compagine politica. A volte il primo cittadino è buono, ma la compagine politica non è completamente all’altezza, e io vorrei che lo fosse, tutta».

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Un auspicio, quello del presidente del Senato, più che condivisibile. Perché se il Consiglio comunale di Milano, dopo il voto sulla delibera per la vendita dello stadio di San Siro, è paralizzato dalle mozioni e dagli ordini del giorno presentati dal centrosinistra soltanto per parlare di Gaza e dei palestinesi, e non dei problemi delle periferie del capoluogo lombardo o della chiara deriva islamica di alcune zone della città, significa non rispettare il mandato per il quale i consiglieri sono stati eletti. Vivere dentro un’eterna campagna elettorale serve soltanto a quanti usano Palazzo Marino come un taxi, in attesa di fare altro. «Auspico che almeno i giovani, per un periodo della loro vita, sappiano conciliare l’impegno politico con quello professionale. La prima a trarne beneficio sarà Milano, che ne ha molto bisogno», chiosa la Russa. Il salto di qualità sarebbe anche questo...

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