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Milano, botte e minacce? I corrieri non fanno più consegne ai rom

di Massimo Sanvito giovedì 16 ottobre 2025

3' di lettura

Quando leggono quell’indirizzo depennano subito la pratica. I corrieri di mezza Lombardia, da quelle parti, non ci mettono più piede. Stop alle consegne. L’inferno ha coordinate ben precise: civico 351 di via della Chiesa Rossa. Ovvero il Villaggio delle Rose, il campo rom a più alto tasso di criminalità di Milano, ancora aperto nonostante un’ordinanza sindacale ne imponesse la chiusura a fine settembre.

Stando a quanto risulta a Libero da fonti di polizia, le ditte incaricate di consegnare acquisti effettuati online hanno smesso di raggiungere l’insediamento. Si rifiutano di infilarsi in quella stradina ai margini della città, perfetta per tendere agguati. Troppe le aggressioni, le minacce e i furti di merce. Lo schema adottato dai nomadi negli ultimi tempi, infatti, era ben collaudato.

Prevedeva sempre il pagamento sul posto al fattorino: solo sulla carta, ovviamente, perché nella realtà dei fatti i residenti si appropriavano dei pacchi senza sborsare un euro contando sull’effetto ambientale. Chi mai si sarebbe addentrato nel campo per farsi corrispondere il dovuto? Nessuno. E infatti è sempre andata così. Dopo anni di razzie, però, è arrivato il momento di dire basta.

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Novembre 2022, gli agenti del commissariato Scalo Romana avevano arrestato cinque rom per otto casi di furti e rapine. Il primo episodio era datato 5 ottobre 2020, quando due corrieri incaricati di consegnare divani al campo di Chiesa Rossa furono accerchiati da una decina di persone. Bastarono le minacce per far scappare il furgone, solo dopo aver scaricato la merce. Stesso film il 18 e il 25 febbraio del 2021. A fine anno, invece, i carabinieri della stazione Gratosoglio avevano denunciato due residenti del campo che per ben quattro volte avevano fregato gli autisti di alcune ditte di spedizioni, rubando dai furgoni i pacchi commissionati su internet per poi farli sparire tra le casette del villaggio con la scusa di controllare se all’interno ci fosse davvero quanto ordinato. E ancora: il 10 febbraio del 2022 un fattorino era stato derubato da un altro rom, che dopo aver preso il pacco, con la scusa di rientrare in casa a prendere i soldi, si era volatilizzato.

Oltre ai corrieri, a rischiare grosso, sono anche i semplici cittadini che pubblicano sui siti dedicati ciò che vogliono vendere. Il 10 ottobre del 2022, un motociclista che si era presentato all’appuntamento nella zona del campo nomadi per far visionare il suo mezzo a uno dei soliti truffatori si era visto derubato in pochi secondi. Il balordo lo aveva fatto scendere di sella, e via a tutto gas verso l’insediamento. Scene simili il 14 febbraio, il 29 marzo e il 10 maggio 2021, quando un abitante del campo aveva contattato su internet due utenti che avevano messo in vendita rispettivamente due moto e una bici, dando loro appuntamento a casa sua. «Posso provare la moto?». «Posso provare la bici?». Poi ci sono le famose truffe dello champagne: una specialità della casa.

Nel 2019 un imprenditore cinese era stato derubato degli 11mila euro in contanti che aveva in tasca per acquistare inesistenti casse di vino. La stessa trappola in cui era caduto un amico di Lele Mora nel 2018. «La decisione dei corrieri di non effettuare più consegne presso il campo rom di Chiesa Rossa non nasce da un pregiudizio ma da esperienze ripetute di pericolo concreto. Si tratta della conseguenza diretta di anni di tolleranza istituzionale verso l’illegalità, che hanno permesso la formazione di vere e proprie zone franche all’interno della nostra città», attacca Filippo De Bellis, consigliere di Forza Italia nel Municipio 5, che chiede «l’attivazione di un presidio di sicurezza permanente». 

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