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Vittorio Feltri, la verità storica sui comunisti: bacchetta Mattarella, cosa non ha voluto ammettere

di Gino Coala domenica 28 aprile 2019

2' di lettura

Sergio Mattarella è una persona perbene, mite e ragionevole, dice quasi sempre cose sensate, ma qualche volta capita anche a lui di fare la pipì fuori dal vaso, e noi se non si offende glielo facciamo rispettosamente notare perché il nostro mestiere è tenere d' occhio anche i pitali. Egli a Vittorio Veneto, che fu teatro della prima guerra mondiale, peggiore e più insensata della seconda, ha dichiarato che non c' è mai stato un fascismo "buono". Il che non è vero poiché l' avvento delle camicie nere ha impedito il trionfo del bolscevismo, e non mi pare che le bandiere rosse fossero migliori delle prime. Non lo dico io che sono un semplice cronista bensì la storia, basta studiarla oppure solo leggiucchiarla. Leggi anche: Feltri: "Sinistra ridicola. Ha ucciso il 25 aprile (e fa vincere le elezioni a Salvini)" Visto quello che è successo nell' Unione Sovietica e nei Paesi della cosiddetta Cortina di ferro, non è difficile riconoscere che il comunismo è stato una sciagura. Ciononostante non c' è nessuno, nemmeno il capo dello Stato, che ne rammenti le stragi, gli atti contro l' umanità, le soperchierie. Tutti zitti e ancora ossequiosi nei confronti delle dittature rosse quasi fossero state qualcosa di salvifico e degno di lode. Certamente il fascismo precipitò nella tragedia ed è impossibile assolverlo o, peggio, rivalutarlo, tuttavia non si comprende per quale motivo gli accadimenti d' Ungheria e di Cecoslovacchia vengano archiviati sotto la voce "piccoli incidenti di percorso". E sorvoliamo sulle schifezze dei gulag nonché sulle prodezze di Togliatti a riguardo degli alpini nostrani. I marxisti continuano ad essere apprezzati, comunque non disprezzati, mentre i camerati vengono sputacchiati. Due pesi e due misure che non si giustificano alla luce della realtà. In ossequio al conformismo più vieto si tollerano i compagni e si liquidano i littori e i repubblichini come delinquenti. Questo pensiero distorto e turpe appare inestirpabile, benché si basi su una falsità evidente e inaccettabile. Ci dispiace che persino un uomo probo della statura di Mattarella si adegui all' andazzo e avalli le tesi dei progressisti di nome e non di fatto, gente faziosa e priva di giudizio. di Vittorio Feltri

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sergio mattarella

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