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Vittorio Feltri, avvertimento a Matteo Salvini e Luigi Di Maio: "Datevi una mossa, la gente è scocciata e..."

di Giulio Bucchi domenica 16 dicembre 2018

3' di lettura

Confessione. Scrivere di politica mi ha annoiato a morte. Lo faccio da 50anni e non ne posso più. Sempre le solite cose, banalità, ovvietà. La disoccupazione, il debito pubblico, le leggi finanziarie (ora denominate manovre). Ogni anno i governi decidono di spendere, mai di risparmiare, pensando non al futuro del Paese, bensì alle prossime elezioni. Il Movimento 5 Stelle per raccattare voti, specialmente al Sud, ha promesso il reddito di cittadinanza a coloro che lavorano in nero o non lavorano affatto. Peccato che manchino i soldi per simile spartizione. Se però vi rinunciasse perderebbe consensi alle Europee, un guaio che cerca di evitare a costo di sbancare le casse dello Stato alla faccia della Ue. I grillini inoltre bocciano qualsiasi opera grande o piccola che sia: purtroppo sono tontinelli e ignorano che senza infrastrutture cresce la miseria e cala la espansione economica, della quale a loro non importa un Fico secco, e mi riferisco in particolare al presidente della Camera, quello che avrebbe avuto difficoltà a vincere un concorso per tranviere. Vabbè, transeat. Di Maio non demorde. È in competizione con Salvini e cerca velleitariamente di combatterlo onde impedirgli di superarlo nella corsa al potere. Pure il capo della Lega insiste nel voler abolire la legge Fornero, incurante del fatto che gli oneri derivanti dagli impegni sovrumani dell' Inps non consentono ulteriori carichi di denaro in uscita. D' altronde, anche il leader della Lega ha giurato nelle piazze di mandare presto in pensione gli italiani e ora non vuole venir meno alla parola solennemente data. Ma i quattrini per realizzare i citati programmi dove sono? Non esistono. Bisogna farseli prestare. Da chi? Cosicché l' esecutivo litiga con Bruxelles che frena dicendoci che siamo già abbastanza in deficit per puntare a peggiorarlo. E noi rispondiamo che se la Francia sfora il tetto del 3 per cento non vi è motivo che noi ci si fermi al 2,04. Ma dimentichiamo che i cugini d' Oltralpe sono molto meno indebitati di noialtri. A questo punto, come già dichiarato, ci corre l' obbligo di raccomandare alla maggioranza gialloverde di rivedere e correggere il loro contratto, riducendolo a dimensioni accettabili. Se la politica è l' arte del possibile, non si ammette che sperperi euro di cui non dispone, si adegui viceversa alle sostanze garantite dal bilancio. Non vediamo alternative. Peraltro, il famoso patto tra Carroccio e 5 stelle non è stato approvato dai cittadini, ma da due partiti che non l' hanno reso noto nei dettagli. Però siamo sicuri che si tratti di una boiata, quantomeno di un libro dei sogni. La gente comincia a scocciarsi, e ha ragione. Desidera conoscere il proprio destino e non si abbandona alle ubbie di statisti litigiosi. I pentastellati hanno proclamato: «Sconfiggeremo la povertà». Illusi. Poveri sono coloro che non sgobbano poiché non sanno fare alcun mestiere. Gli altri miserabili vanno sostenuti assicurando loro una casa popolare, come avviene a Milano, che non fa pagare l' affitto agli ultra settantenni, e non elargendo somme a destra e a manca a giovanotti fannulloni. Quanto alle pensioni sociali regalate a chi non ha mai versato una lira di contributi, bastano e avanzano quelle che distribuiamo a cani e porci. Parliamoci chiaro, i soli ad essere alla canna del gas sono gli immigrati che costituiscono un fenomeno da governare, non da subire quasi fosse una calamità naturale. di Vittorio Feltri

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