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La7, la voce: "Urbano Cairo vuole vendere". Lui smentisce e attacca la Rai: "Toglietele gli spot"

di Mirko Mazzola domenica 30 novembre 2014

2' di lettura

Puntuali come un orologio svizzero arrivano, con i calanti ascolti ed i flop di La7, le indiscrezioni su di un probabile addio di Urbano Cairo. L'imprenditore piemontese aveva puntato molto sui nuovi acquisti come Giovanni Floris con DiMartedì, su Annozero di Michele Santoro e Announo con Giulia Innocenzi ed è proprio da questi tre programmi (anche se il primo è in miglioramento) che arrivano i problemi. Tuttavia Cairo smentisce con forza. Nonostante la crisi di ascolti, assicura, gli spot stanno andando benissimo. La mossa per risollevare l'azienda, sta nel cambio di strategia: non più sette talk show d'informazione per sette serate ma l'introduzione in prima serata forse proprio di giovedì o mercoledì, di un talent show o programma di comicità (magari sulla falsariga di quello condotto da Maurizio Crozza che è la trasmissione di punta) senza, però,  trascurare l'opzione di una trasmissione a carattere scientifico o di pura cronaca. Battaglia contro la Rai - Gli analisti però ritengono che, appena Rai e Mediaset ritroveranno lo smalto sul fronte pubblicitario e in vista della scadenza del lock-up ad aprile 2015 (che renderà possibile la vendita delle proprie azioni) l'editore possa lasciare il business televisivo. Cairo però si dice non preoccupato da questi dati sottolineando il fatto che la sua La7 è in forma, il gruppo è solido, non ha debiti e fa profitti. Ciò che lo preoccupa è il potenziale rafforzamento che avrà la Rai grazie alla manovra di Renzi che consentirà di inserire il canone in bolletta. Da qui la sua proposta di impedire alla televisione pubblica di poter essere sovvenzionata dagli spot. "Un'azienda come la Rai - dichiara Cairo secondo quanto riportato dal quotidiano economico MilanoFinanza - che parte da una base di 1,6-1,7 miliardi rappresentati dal canone, ossia 15 volte i ricavi di La7, non dovrebbe avere più pubblicità sui suoi canali. Lo squilibrio che si verrebbe a creare sul mercato è evidente, perché io con La7 vivo solo di spot e a volte faccio più servizio pubblico di loro".

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