La battaglia di Renato

Brunetta inaugura il sito raiwatch.it: "La Rai non avrà più segreti"

Francesca Canelli

Aveva già denunciato i Tg regionali della Rai con l'accusa di essere di parte, per la precisione di "pendere" a sinistra. Ora è online il sito di Renato Brunetta: www.raiwatch.it. Una sorta di grande fratello per tenere sott'occhio i movimenti della Rai: vi saranno pubblicati gli stipendi dei dirigenti, i bilanci della tv pubblica, tutte le magagne che al capogruppo Pdl non vanno giù.  Per motivare la decisione di aprire il sito, Brunetta ha addotto ragioni inattaccabili: essendo la Rai una tv nazionale, gli unici proprietari sono i cittadini. Ed è loro diritto sapere tutto ciò che succede dietro gli schermi, nonché giudicare la qualità dei programmi del servizio pubblico. "Uno degli slogan della RAI era 'L’abbonato ha sempre un posto in prima fila', ma fra i tanti canali è sempre mancato quello interattivo che permetta a tutti, e non solo a chi possiede il dispositivo auditel, di dire la propria sul servizio offerto - si legge nella homepage - Da oggi noi colmiamo questa lacuna".  Brunetta parte da Rai3, da "gente come l'Annunziata". Il Giornale riporta le considerazioni di Brunetta: "Su 34 puntate di 'In mezz'ora', solo due volte ha invitato esponenti del Pdl. Siamo partiti da Raiwatch, ma il mio sogno è ampliare il progetto ed arrivare a Mediawatch, comprendendo anche la carta stampata", sogna il capogruppo. La sua battaglia sulla Rai ha già prodotto diversi esposti nei confronti delle trasmissioni Rai (tutte su Rai3): "Su 4 esposti presentati, l'Agcom ci ha dato ragione tre volte - spiega - In mezz'ora, Che tempo che fa e Tg3. Solo su Ballarò l'Agcom non ha ritenuto di chiedere il riequilibrio, ma stiamo presentando il ricorso al Tar". Da oggi conduttori come Fabio Fazio, Bianca Berlinguer, Giovanni Floris, nonché i due capi della rai Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi, dovranno guardarsi le spalle.