"Altro che il deficit-Pil al 2,4 per tre anni deliberato dal governo Conte: lui lo voleva al 2,9% per 5 anni". Per difendere la manovra Marco Travaglio rispolvera dal suo archivio il meglio di Matteo Renzi. "Leggete qua", così inizia l'editoriale del direttore sul Fatto quotidiano, e poi via con le parole dell'ex premier, datate 9 luglio 2017: "Noi pensiamo che l'Italia debba porre il veto all'introduzione del Fiscal compact nei trattati e stabilire un percorso a lungo termine. Un accordo di legislatura e in cambio del via libera al ritorno per almeno cinque anni ai criteri di Maastricht con il deficit al 2,9%". Leggi anche: Conte premier-barzelletta. Come dobbiamo chiamarlo da oggi, la vignetta del Fatto Effettivamente, tutto molto simile ai proclami di Di Maio, Salvini, Borghi e Bagnai, quelli che fanno prevedere ora a Renzi, "completata la metamorfosi in gufo, conseguenze devastanti". E Travaglio, che parla di editorialisti "arrapatissimi" nel seguire venerdì l'escalation dello spread confidando in un crollo del governo gialloverde, un po' arrapato nel poter bastonare di nuovo Renzi lo sembra anche lui.