Chiacchierone

Silvio Berlusconi, processo Mediaset: "Esposito mi chiamò mezz'ora dopo la sentenza", la testimonianza del cronista


"II giudice Antonio Esposito bussò per un'intervista a sentenza ancora calda. Mi chiamò forse mezz' ora dopo la lettura della sentenza di Silvio Berlusconi. Avevo appena visto in tv la scena, saranno state le 18.30, le 19 al massimo. E fui così stupito, vedendo il suo nome apparire sullo schermo del mio cellulare, che mi alzai dal tavolo e uscii dalla mia stanza del settore Interni-Esteri per infilarmi nella stanza di fronte, che era lo studio di Alessandro Barbano, all'epoca direttore del Mattino".  Racconta così Antonio Manzo ex giornalista del Il Mattino, oggi direttore del quotidiano La Città di Salerno, in un'intervista sulla pagine del Giornale

 


Un'intervista dal titolo "Berlusconi condannato perché sapeva" nella quale Esposito si dilungava, pochi giorni dopo il processo, ad anticipare quelle che sarebbero state le motivazioni della sentenza. Esposito provò a smentire tutto, parlò di una chiacchierata con un amico, disse che il contenuto dell'intervista non rispecchiava fedelmente quanto si erano detto, denunciò omissioni e aggiunte, in particolare, appunto, l'aggiunta della domanda sul fatto che "Berlusconi non poteva non sapere" (il titolo dell'intervista era appunto "Berlusconi condannato perché sapeva"). Portò quotidiano ed (ex) amico cronista in tribunale, chiese milioni di euro di danni.

Una causa che si concluse in un nulla di fatto perché  tre anni fa, il presidente della quarta sezione civile del Tribunale di Napoli, Pietro Lupi, negò le tesi di Esposito, confermando che né il Mattino né, tantomeno, Manzo, avevano diffamato il giudice che ha condannato Berlusconi. 

Oggi Manzo, nei giorni della polemica sulle intercettazione al giudice Amedeo Franco, è tornato a raccontare di quei giorni. "Avevo appena visto in tv la scena, saranno state le 18.30, le 19 al massimo. E fui così stupito, vedendo il suo nome apparire sullo schermo del mio cellulare, che mi alzai dal tavolo e uscii dalla mia stanza del settore Interni-Esteri per infilarmi nella stanza di fronte, che era lo studio di Alessandro Barbano, all'epoca direttore del Mattino.

Entro e trovo Barbano in compagnia di Massimo Garzilli, allora direttore amministrativo. Barbano vede il nome del giudice che quel giorno era su tutte le tv del mondo e mi dice di rispondere. Lo faccio, e provo già a impostare qualche domanda racconta Manzo ma lui mi disse che in quel momento non voleva parlare, così gli dico ok, però facciamo patto e promessa che l'intervista la farai con me".  

Una conversazione che "vista la delicatezza della materia e per mia abitudine, registrai la conversazione. Il nastro dura 34 minuti, l'originale è nella cassaforte del Mattino, io ne ho una copia". Intervista che all'epoca Manzo inviò anche ad Esposito "non mosse una sola obiezione".