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Immigrazione, Giorgia Linardi contro M5s e Pd: "Politiche forse più opprimenti di quelle di Matteo Salvini"

lunedì 28 settembre 2020

2' di lettura

Dito puntato da Giorgia Linardi, portavoce della ong Sea Watch, contro il governo di Pd e M5s: "Una strategia opprimente quella attuata dal governo che di fatto, tanto quanto Matteo Salvini, o forse in modo ancora più efficace di lui, è riuscita a impedire la presenza delle navi civili nel Mediterraneo. Addirittura fermando anche le operazioni di ricognizione aerea che però siamo riusciti a riprendere al di fuori del territorio italiano". Così in un'intervista ad AdnKronos in cui commenta il blocco delle navi ong imposto dal governo. Parole pesantissime, quelle della Linardi, contro un governo che si riempie la bocca con la parola "integrazione" e che però, secondo lady Ong, addirittura farebbe "peggio" - dal suo punto di vista - di Salvini. Certo, parole che potrebbero servire a forzare il dibattito sui decreti sicurezza, che ancora non sono stati abolito così come chiesto dal Pd, ma che pesano come macigni.

Dunque, riferendosi a un rapporto curato da Alarm Phone che riferisce di 200 morti e sei naufraghi a settembre, al largo della Libia, la Linardi aggiunge: "Un rapporto davvero inquietante e arriva proprio nei giorni in cui vengono pubblicate le proposte del nuovo patto europeo sulle immigrazioni e del decreto immigrazione in Italia, che dovrebbe rivedere i decreti sicurezza salviniani. Credo che questo bilancio, questi fatti parlino da soli e richiedano di rivedere sia il patto stesso, sia il decreto immigrazione, alla luce della necessità che nessuno muoia più in mare", rimarca. 

E ancora: "E' inaccettabile che ancora oggi si verifichino queste situazioni e che nel patto europeo sull'immigrazione, che inizia proprio con una citazione sul fatto che soccorrere vite in mare non sia un'opzione, non ci sia nulla rispetto al soccorso in mare. Che non venga predisposto un dispositivo di soccorso istituzionale in cui il governo si assuma la responsabilità di salvare vite. Vengono oltretutto sottoscritte delle raccomandazioni rivolte alle ong, dove si rivendica poi la strategia italiana del blocco delle navi. Con il fermo della Mare Jonio, siamo a sei imbarcazioni delle organizzazioni civili bloccate, da marzo a oggi. In questo momento l'Italia e l'Unione Europea, stanno soltanto a parole menzionando il soccorso in mare, nei fatti lo stanno però negando", conclude Giorgia Linardi.

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