Parola al direttore

Otto e Mezzo, Alessandro Sallusti replica a Scanzi: "Prigioniero delle sue idee, ecco cos'è la libertà". Poi presenta il nuovo "Libero"

Nel primo giorno del ritorno a Libero, in veste di direttore responsabile, Alessandro Sallusti è ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, il programma in onda su La7, la puntata è quella di lunedì 17 maggio. Insieme a Sallusti anche Andrea Scanzi. Si parla del "nuovo" Libero, di quel che sarà. E la Gruber stuzzica Scanzi proprio sul direttore, chiedendone un parere. E la firma del Fatto Quotidiano, un giudizio che però flirta con l'insulto: "Secondo me Alessandro si vuole poco bene, avverto in lui un giornalista molto bravo che per interessi di bottega...", spiega sibillino la firma grillina.

 

Dunque, parola a Sallusti. La domanda della Gruber però verte sulla sua nuova direzione: Libero diventerà più moderato o Sallusti più radicale? E il direttore risponde: "La questione è come ha detto Scanzi, da qui a pochi mesi cambierà del tutto il quadro politico, in base a chi vincerà la sfida nel centrodestra tra Salvini e Meloni. Forza Italia riuscirà a restare ago della bilancia e a tenere le forze insieme? Sono tutte domande a cui avremo risposte nei prossimi mesi. Secondo me c'è da ripensare in base a quello che succede il modo di raccontre la politica che si oppone all'asse Pd-Grillo, mi sembra una sfida interessante".

 

Dopo questa risposta, ecco la replica a Scanzi: "In quanto alla libertà credo che la prima libertà sia quella di difendere le proprie idee. Scanzi difende le sue e ne è prigioniero: ogni tanto come tutti le cambia però non è che non sia prigioniero delle sue idee, le idee vanno difese, non cambiano passando dal Giornale a Libero. Possono cambiare i toni con cui le esprimi. Ma non i contenuti", replica Sallusti alla firma del Fatto.

A quel punto, la Gruber reitera la sua domanda: "Ma questo Libero sarà più moderato?". E Sallusti: "Moderato nei toni è probabile, lo sono più di quanto lo sia Vittorio Feltri, proverò ad usare dei toni moderati". "Quale spazio occuperai tu?", chiede la Gruber. "Beh, c'è uno spazio, questa è la scommessa. La Verità è un giornale molto radicale con toni in alcuni campi integralisti, il Giornale è il giornale dei moderati, io credo che tra le due cose ci sia uno spazio per essere diversamente moderato pur nella fermezza delle idee. Quindi dal punto di vista politico uno spazio intermedio tra la Verità e il Giornale", conclude il direttore.