Amarezza

Diego Maradona? I figli volevano solo spolparlo, ecco cosa si vendono: così umiliano loro padre

Massimo Sanvito

Soldi, soldi e ancora soldi. Lo spolpano persino da morto, Maradona. Certo, i debiti milionari li ha lasciati lui stesso, non certo uno stile di vita da monaco tibetano, ma ora l'occasione diventa ghiotta per far fruttare il suo patrimonio. Persino gli oggetti-simbolo del "maradonismo". Aun anno dalla morte del Pibe de Oro, rimbalza dall'Argentina la notizia dell'"Asta dei 10", così hanno chiamato l'evento che godrà pure di diretta streaming in mondovisione. I beni di Diego verranno messi all'asta il 19 dicembre, come deciso dal giudice Susana Tedesco che ha accolto la richiesta dei cinque figli. Diego Junior, Dalma e Giannina, Jana e Dieguito Fernando già si fregano le mani. Risolveranno le magagne del padre e certo si terranno il resto del ricavato. Può anche darsi, però, che dovranno dividere il bottino con altri tre fratelli e fratellastri che stanno aspettando il responso delle istruttorie per il riconoscimento della paternità... E la lista è lunga, lunghissima. Sarà il martello del battitore a scandirla. Prima di tutto, la casa donata da Maradona ai genitori a metà degli anni Ottanta, nel quartiere di Villa Devoto a Buenos Aires, per cui si parte da una base di 900.000 dollari. Una lussuosa villa che è il simbolo stesso del riscatto umano e sociale di Diego, nato e cresciuto in una baracca senz'acqua né elettricità. L'aveva detto da subito: la prima cosa che farò coi soldi guadagnati sarà regalare una casa degna ai miei genitori. Così fece. E però ora la magione andrà al miglior offerente.

 

 

MITO DEL NOVECENTO
All'asta finiranno pure le due Bmw, la M4 con la firma del Pibe incisa sul parabrezza, personalizzata con luci e sirena della polizia, e la lussuosa 750I: servono almeno 165.000 dollari per aggiudicarsi un'auto del fenomeno argentino. E poi ancora il minivan Hyunday H1 del 2018, i quadri - tra cui quello al fianco di Fidel Castro e l'altro che ritrae la mano de dios a Città del Messico - e pure la lettera a lui indirizzata dall'amico Fidel. Quindi altri oggetti magari meno affascinanti ma in ogni caso appartenuti a un mito del Novecento: un moderno tapis roulant, una poltrona per i massaggi, diverse magliete calcistiche - tra cui una ricevuta in omaggio dalla Seleccion argentina, con stampigliato il suo mitico numero 10 - e alcune paia di scarpette da calcio, oltre a una chitarra autografata, cravatte, bretelle e cappellini. Infine pacchetti azionari, un altro appartamento a Mar de Plata (65.000 dollari), sempre regalato alla sua famiglia, e altri oggetti personali firmati. Fuori dalla lista, invece, i beni con valore affettivo, come per esempio le tante maglie donate da altri giocatori al funerale del Diez. Negli scatoloni che da casa Maradona faranno rotta sull'agenzia Adrian Mercado, nella capitale Argentina, sede dell'asta, ci sarà persino la famosissima lettera firmata da Fidel Castro.

 

 

Era il gennaio del 2000 quando Diego arrivò all'Avana per disintossicarsi dalla droga nella clinica di "La Pradera" e da quei giorni i due, che si erano già conosciuti nell'87, si tennero sempre in contatto. Un amore politico, con Maradona che dipinse Castro come "il più grande della storia" e il rivoluzionario che ricambiò con "sei il Che Guevara dello sport". Quella stessa lettera che a breve finirà nelle mani di chissà chi è stata la prova, nel 2015, del fatto che il cubano fosse ancora in vita nonostante le voci che lo davano per morto. Nessuno sa cosa c'è scritto. I debiti, dicevamo. Mai quantificati con precisione. Mani bucate ma anche avvoltoi diventati amici per interesse. La cosa certa è che non rientrano più i 39 milioni, di cui sei di evasione, da restituire al fisco italiano, così come sancito a marzo dalla Cassazione che ha accolto il ricorso di Diego quattro mesi dopo la sua morte e dopo trent' anni di contenzioso. Avrebbe avuto diritto al condono di cui ha beneficiato il Calcio Napoli in materia di stipendi: questa la sentenza. L'ex dieci che ha deliziato Napoli e il mondo intero con la palla tra i piedi, il giorno della sua morte, aveva 100.000 dollari sul conto corrente.

CIFRE DA CAPOGIRO
Nulla in confronto a quanto ha guadagnato negli anni da calciatore, ma nulla anche rispetto al suo patrimonio. Parliamo di gioielli, terreni, appartamenti nel centro di Buenos Aires, sei auto di lusso tra cui appunto Bmw, Audi e Rolls Royce, investimenti a Cuba e in Italia e scuole calcio in Cina. Cifre da capogiro, stimate tra i 70 e i 100 milioni di dollari. Un'eredità che verrà spartita tra i cinque figli, riconosciuti unici eredi universali dal tribunale civile di La Plata, non prima del prossimo febbraio. Fino a quella data vietato toccarla, mentre ci sarà tempo fino al 15 novembre per presentare le offerte nella corsa ad accaparrarsi i cimeli di Maradona.