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Formigli, cannonata a Mentana: esplode la rissa a La7: "Mi pare lo abbia mandato in onda..."

giovedì 5 maggio 2022

 Mentana e Formigli

2' di lettura

Corrado Formigli non le manda a dire nemmeno ad Enrico Mentana che sostiene che lui i "filo Putin" in tv non li invita. "Cristiane Amanpour ha intervistato Peskov, il portavoce di Putin, e mi pare che Mentana l'abbia mandata in onda. Io in trasmissione inviterei anche Putin", dice il conduttore di Piazzapulita, su La7, in una intervista a La Repubblica. Secondo Formigli quando si intervista un personaggio come Putin - o come nel caso di Zona Bianca, il ministro degli Esteri Lavrov - "bisogna fare una mediazione, e non da megafono. Fare tutte le domande. Se avessi potuto io avrei intervistato anche Bin Laden. E se fossi vissuto nella seconda guerra mondiale pure Hitler". E l'intervista a Lavrov, commenta Formigli, è stata "un grande colpo giornalistico" anche se lui avrebbe fatto "qualche seconda domanda in più".

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In Rai vogliono porre delle regole sugli ospiti nei talk show ma "sono grottesche. Chi le decide? Il politico di turno? Allora sì che diventiamo come la Russia". Meglio il pluralismo: "Perché non è giusto sentire figure di grande valore come Slavoj Zizek, Carlo Rovelli, Toni Capuozzo o Bernardo Valli? Dicono che non bisognerebbe invitare Rovelli, perché non è un esperto di geopolitica. Ma la guerra riguarda tutti. E io faccio il giornalista. Oggi ci sarà Vera Politkovskaja, la figlia di Anna".

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Quanto al sentimento putiniano in Italia, Formigli taglia corto: "Non ridurrei il tutto al filo putinismo. C'è un'enorme preoccupazione sulla guerra. Unita a un dolore grande per la sofferenza del popolo ucraino. Cresce perciò la domanda su come fermare le armi. L'escalation mette paura, può colpire anche noi". E conclude dicendo che la guerra "sarà lunga. È una questione di sopravvivenza per Putin. Perciò non basta solo armare gli ucraini, ma serve più diplomazia perché la guerra altrimenti ci travolgerà".

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